Conferenza sull’Aids, intervista con mons. Vitillo

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ogni giorno nel mondo 6.500 persone si infettano con l’HIV. Nel 2007 sono stati circa 33 milioni i sieropositivi e i malati di AIDS. Di fronte a questa piaga, le finalità che la comunità internazionale si è posta sono quelli di garantire cure a tutti e di arrestare la diffusione dell’epidemia. Proprio sull’analisi di questi obiettivi è incentrata la 17.ma Conferenza internazionale sull’AIDS, che si apre oggi a Città del Messico. All’incontro partecipano, oltre ad esperti e studiosi, anche delegazioni cattoliche. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, mons. Robert Vitillo, consigliere speciale per l’AIDS presso la Caritas Internationalis, raggiunto telefonicamente a Città del Messico:

 

R. – Come Caritas Internationalis abbiamo una grande delegazione che partecipa a questa Conferenza. Ci sono soprattutto persone che fanno parte delle Caritas di Paesi dell’America Latina. Per noi è un’opportunità per imparare di più, per avere accesso ai dati medici, scientifici e sociali. E’ un’occasione per accedere agli studi compiuti in materia. La malattia dell’AIDS è ancora un problema molto grave nel mondo. Abbiamo fatto progressi nel fornire medicinali antiretrovirali a molte persone: quasi il 30 per cento delle persone che hanno bisogno di medicinali ora li ricevono. C’’è però ancora molto da fare. Dobbiamo sensibilizzare ed educare la gente.

Formare la gente

D. – Quindi un’arma importante è anche quella dell’informazione: si devono trasmettere i valori su cui poi poter far leva per prevenire questo flagello …

R. – Non basta solamente dare informazioni, bisogna formare la gente: è necessario trasmettere i valori del rispetto del proprio corpo e del corpo altrui.

Impegno della Chiesa

D. – La Chiesa è impegnata in prima linea nel formare ma anche nell’assistere. E’ un impegno che non sempre viene doverosamente riconosciuto…

R. – La Chiesa è sempre accanto alle persone malate di AIDS: i nostri ospedali, i nostri servizi sociali hanno sempre accompagnato queste persone. Adesso si deve fare di più, perché l’impatto dell’AIDS è molto forte non solo a livello della salute, ma anche a livello delle strutture sociali.

Proposte

D. – Ci sono proposte concrete che avanzerete durante i lavori della Conferenza?

R. – Abbiamo promosso una campagna d’informazione per quanto riguarda i problemi particolari che hanno i bambini malati di AIDS: dobbiamo trovare i mezzi per fornire medicinali adatti ai bambini. Si devono trovare i dosaggi adeguati da somministrare ai bambini.

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