Card. Bagnasco: Stato e Chiesa diano proprio contributo

 © Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La polemica deforma la verità, non è logico omologare realtà diverse come famiglia e unioni civili. La teoria del gender, come ha più volte detto il Papa, è una dittatura del pensiero unico. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, aggiungendo che il fenomeno dell’immigrazione è una responsabilità mondiale:

 

R. – La polemica non aiuta certamente ad affrontare nessun problema, nessun discorso, perché deforma la verità, la realtà delle cose. Bisogna affrontare qualunque discussione, qualunque problematica con serenità di giudizio, con onestà intellettuale. E con la volontà di trovare veramente e serenamente il meglio. Parlando poi di Stato e di Chiesa, nessuno può fare delle ingerenze, nel modo più assoluto: tutti devono portare il proprio contributo rispettando le responsabilità di ciascuno.

Il linguaggio della Chiesa

D. – Diversi osservatori sostengono che il linguaggio dei vescovi, anche della Chiesa, stia cambiando, prediligendo una comunicazione più diretta. La verità, oltre a rendere liberi, ha anche bisogno, oggi, di una maggiore chiarezza?

R. – Se ci parliamo dobbiamo farlo con sufficiente chiarezza – la maggiore chiarezza possibile – e con il rispetto dovuto per tutti. Quindi, uno stile della massima comunicazione, trasparenza, chiarezza e – ripeto e aggiungo – rispetto.

Famiglia e unioni civili

D. – Perché, secondo la Chiesa, il governo non deve porre su uno stesso piano famiglia e unioni civili?

R. – Perché sono cose diverse, essendo realtà diverse. La famiglia naturale è fondata sul matrimonio, come anche riconosce la nostra Costituzione. Bisogna riconoscere la diversità delle realtà, e quindi, trattare le singole realtà secondo la concreta situazione. Omologare automaticamente mi pare che sia contro la logica.

La questione del gender

D. – Quali oggi, in Italia, le preoccupazioni della Chiesa sulle questioni del “gender”?

R. – Il Santo Padre più volte è ritornato su questo punto con grande preoccupazione e con estrema chiarezza, perché è una categoria, questa, estremamente soggettiva, nel senso che vorrebbe che ognuno, sul piano della propria identità, anche sessuale, fosse quello che ognuno decide di volta in volta, a prescindere da quello che è un dato biologico. Questa teoria, questo schema mentale, il Santo Padre più volte lo ha stigmatizzato come una dittatura del pensiero unico.

Il nodo delle migrazioni

D. – Il fenomeno dell’immigrazione è una responsabilità mondiale, ma i singoli Stati in questo ambito sembrano lasciati alla deriva, come dei barconi nel Mediterraneo …

R. – E’ vero. Fin quando si pensa che questo grande fenomeno, che è una tragedia umana, è il problema di ogni singolo Stato e quindi viene lasciato, scaricato su ogni singolo Stato, non si affronterà mai in modo dignitoso, umano e giusto questo fatto che credo sia assolutamente reversibile e che non finirà in poco tempo. L’abbiamo visto ancora in questi giorni: questa povera gente, disperata, che fa di tutto, rischia la vita in ogni modo, pur di sperare di andare verso un futuro migliore, è un problema veramente mondiale. A livello locale, sia dei singoli Stati, sia addirittura di un Continente come l’Europa, io ritengo che questo sia insufficiente.

Immigrazione da gestire con accoglienza e strategie mirate

Proprio perché è qualcosa di estremamente ampio che implica almeno due aspetti: il primo, quello di assicurare un’accoglienza dignitosa, compatibile naturalmente con le situazioni di accoglienza dei Paesi ospitanti; il secondo, anche di intervenire sulle cause e sui Paesi di partenza in modo che, da un punto di vista della pace, da un punto di vista dell’economia, da un punto di vista del governo, delle libertà fondamentali questa povera gente non sia costretta ad abbandonare le proprie terre per andare altrove in cerca di fortuna. Questo è un problema talmente grave e grande, che solamente una autorità mondiale, nella quale convergono i poteri politici e i poteri economici, può affrontare.

Il funerale del boss dei Casamonica

D. – Hanno suscitato grande imbarazzo in Vicariato, a Roma, le scene hollywoodiane del funerale del boss dei Casamonica. Vangelo e mafia sono incompatibili. L’unica possibilità è la vera conversione …

R. – La vera possibilità è la via della conversione che tocca tutti, assolutamente tutti, e quindi certi fenomeni devono essere stigmatizzati per quello che sono e devono essere una provocazione per tutti, indistintamente, a percorrere la via del Vangelo e dei suoi valori: l’onestà, la dignità, la trasparenza, la legalità.

Volgere lo sguardo verso le periferie esistenziali

D. – Il Papa ha più volte esortato la Chiesa a volgere lo sguardo verso le periferie esistenziali. Quali sono oggi le periferie che in Italia maggiormente preoccupano la Chiesa?

R. – Sono diverse. Certamente ci sono queste situazioni-limite della povertà, dei bisogni materiali, delle nuove schiavitù … Questo fenomeno del lavoro nero di tanti immigrati ma non solo di tanti immigrati. Penso anche ai nostri ragazzi che viaggiano su vie di morte, come la droga, l’alcol, ma anche il gioco d’azzardo. Su questo punto bisognerebbe, credo, fare molto di più. Quindi le periferie esistenziali, anche in Italia, sono molte e ci preoccupano profondamente. La Chiesa – attraverso le parrocchie, i sacerdoti, i religiosi, le religiose – cerca di essere presente e vicina a queste persone particolarmente indigenti o anche indifese; però bisogna – società civile, comunità cristiana, tutti insieme – agire molto di più. Ancora di più.

L’Italia ha molte risorse

D. – Anche perché l’Italia è piena di forze vive …

R. – E’ la nostra storia che dobbiamo continuare, apprezzare e arricchire. E’ la storia di vicinanza della Chiesa, delle comunità cristiane alla gente e al Paese. Certamente storia di tradizioni, di valori, di fede, di vissuto. C’è tanto bene nella povera gente, nel popolo semplice! Tantissimo bene. Mi auguro che questa ricchezza non sia soltanto salvaguardata e promossa, ma possa essere anche ascoltata per il bene comune, per comporre, per costruire il bene comune. E non sia mai ostracizzata, mai. E quindi queste forze vive, che sono proprie della Chiesa in Italia – grazie a Dio e grazie anche ai nostri sacerdoti e a tanti laici – sono al servizio del Paese e della società intera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *