Cambogia processi contro leader Khmer Rossi

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il governo di Phnom Penh e le Nazioni Unite hanno annunciato che il prossimo mese saranno aperti, in Cambogia, gli uffici per preparare i processi contro i leader dei Khmer Rossi, ritenuti responsabili della morte di oltre un milione e 700 mila persone dal 1975 al 1979. Michelle Lee, funzionaria dell’ONU attualmente in Cambogia, ha rivelato all’Agenzia ‘AsiaNews’ che gli uffici saranno operativi all’inizio di febbraio e vi lavoreranno giudici internazionali e cambogiani. Sulla situazione della Cambogia, sconvolta dalla drammatica esperienza dei Khmer Rossi, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:

Nei cosiddetti “campi della morte”, durante i 4 anni del sanguinario regime di Pol Pot, ha perso la vita circa un terzo della popolazione cambogiana. Quasi ogni famiglia cambogiana ha avuto una vittima. Accanto a questo dato se ne deve poi registrare un altro, altrettanto inquietante: ogni famiglia ha avuto membri tra i Khmer Rossi. In questo contesto, diventa quindi prioritario promuovere la piena riconciliazione. Ma quale significato ha la decisione di avviare i processi contro i Khmer Rossi? Ascoltiamo il vicario apostolico di Phnom Penh, mons. Emile Destombes:

R. – Questo processo è veramente necessario, perché la Cambogia impari a conoscere la verità sul suo passato, e perché la realtà del genocidio perpetrato dai Khmer Rossi sia denunciata e giudicata.

Fino ad oggi nessun leader dei Khmer Rossi è stato processato

D. – Fino ad oggi, nessun leader dei Khmer Rossi è stato processato: Pol Pot è morto nel 1998 e molti dei suoi uomini fidati vivono in piena libertà. Il regime è caduto nel 1979 per l’ intervento militare del Vietnam. Adesso si è deciso di istituire processi contro i Khmer Rossi. Ma quali saranno le persone ad essere giudicate?

R. – La Cambogia ha chiesto alle Nazioni Unite di creare un Tribunale internazionale per giudicare i Khmer Rossi e più in particolare, ovviamente, i grandi responsabili di questo movimento politico. Ci sono ancora dei leader dei Khmer Rossi in circolazione; solo i responsabili saranno processati. Questo processo dovrebbe riguardare soprattutto i capi più importanti del regime dei Khmer Rossi.

I cattolici in Cambogia

D. – Ma come vivono i cattolici in Cambogia?

R. – La Chiesa in Cambogia non deve subire pressioni. La libertà religiosa è riconosciuta nella Costituzione e noi siamo liberi di organizzare il cammino della Chiesa. La Chiesa e tutte le persone che vivono in Cambogia hanno la libertà di religione, per cui siamo liberi di esercitare il nostro ministero nel Paese: c’è la libertà!

Il vicariato apostolico di Phnom Penh, una delle tre circoscrizioni ecclesiastiche della Cambogia, è stato eretto nel 1850. Si estende su una superficie di circa 31.000 chilometri quadrati ed ha una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti. In Cambogia i cattolici sono più di 20 mila, di cui 6 mila cambogiani e 14 mila vietnamiti.

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