Beatificati 22 missionari oblati ed un laico

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Si è celebrata stamani a Madrid, la cerimonia di beatificazione di 23 martiri: Francisco Esteban Lacal e 21 compagni, Missionari Oblati di Maria Immacolata, ed un laico, Cándido Castán San José uccisi nel 1936 durante la guerra civile spagnola. La cerimonia eucaristica è stata presieduta dal cardinale Angelo Amato, rappresentante del Santo Padre e prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. I 23 martiri sono stati beatificati nel 150.mo della morte di Sant’Eugenio di Mazenod, fondatore della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

In Spagna dopo la caduta della monarchia, nel 1931, l’anticlericalismo puntò allo sterminio sistematico della Chiesa, sostenuto dall’avvento, nel 1936, del Fronte Popolare. Nelle città e nei villaggi venivano creati comitati, avversi ad ogni fede religiosa, responsabili di arresti ed esecuzioni. Anche in quel tempo così difficile, i Missionari Oblati continuavano a svolgere la loro preziosa opera pastorale. Erano mossi da un unico desiderio, come ha ricordato anche il cardinale Angelo Amato:

“Non avevano fatto nulla di male. Anzi, l’unico loro desiderio era fare il bene e annunciare a tutti il Vangelo di Gesù, che è buona notizia di pace, di gioia e di fraternità”.

Azioni mostruose

Ma il 24 luglio del 1936 un gruppo numeroso di miliziani, armati di fucili e pistole, penetrò in una casa degli Oblati: sette religiosi e un laico, padre di famiglia e presidente della Confederazione nazionale degli operai cattolici, furono prelevati e fucilati in un parco di Madrid. A novembre furono uccisi altri 15 missionari oblati. Il cardinale Angelo Amato ha ricordato che in quell’occasione sono state compiute azioni mostruose, disumane:

“La storia, purtroppo, insegna, che quando l’uomo sradica dalla sua coscienza i comandamenti di Dio, strappa anche dal suo cuore le fibre del bene, finendo per compiere azioni mostruose. Perdendo Dio, l’uomo perde anche la sua umanità”.

Brutalmente uccisi

Sono stati brutalmente uccisi – ha detto il cardinale Angelo Amato – ma il loro messaggio resta vivo e incancellabile:

“I martiri di ogni tempo sono testimoni preziosi di quella esistenza umana buona, che risponde alla brutalità dei persecutori e dei carnefici con la mitezza e il coraggio degli uomini forti. Senza armi e con l’energia irresistibile della fede in Dio essi hanno vinto il male, lasciando a tutti noi una preziosa eredità di bene. I carnefici sono dimenticati, le loro vittime innocenti sono ricordate e celebrate”.

Prova di virtù cristiane

In ogni circostanza i 23 martiri, oggi proclamati Beati, diedero prova delle virtù cristiane, sopportando con fortezza la sofferenza, esprimendo costantemente sentimenti di amore verso Dio e i fratelli. Nel momento dell’esecuzione si udirono parole di perdono e l’esclamazione: “Viva Cristo Re!”.

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