America Latina e Caraibi: è la solidarietà il vero argine contro gli squilibri
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – La situazione del subcontinente è stata al centro del quinto dei sette webinar organizzati da Caritas Internationalis in occasione del suo 70.mo anniversario di fondazione. Monsignor José Luis Azuaje Ayala ha ricordato la crisi in Venezuela: “Non si può più perdere tempo con negoziati politici, servono soluzioni immediate”.
Dopo i seminari incentrati su Nord America, Europa, Oceania e Africa il percorso di Caritas Internationalis è proseguito con voci e testimonianze provenienti dal Continente latino-americano e dalla regione caraibica. Sono stati ricordati gli sforzi profusi dalle Caritas di questa regione in occasione di recenti calamità naturali, la lotta contro le povertà, l’impegno per la tutela della casa comune, la storia dei martiri latino-americani. L’introduzione di Marta Petrosillo, direttrice della comunicazione di Caritas Internationalis, ha preceduto il saluto del segretario generale della Confederazione, Aloysius John, che ha espresso vicinanza al popolo del Venezuela. E ha ricordato che ieri si è aperta a Città del Messico, con una messa celebrata nella basilica di Guadalupe, presieduta da monsignor Miguel Cabrejos, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), la prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi. Durante il webinar si è anche sottolineato che il Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica, tenutosi nel 2019, ha aperto nuove vie e ha portato frutti. Vie nuove sono anche quelle che cercano di imboccare Paesi e popoli afflitti da piaghe, come quella della povertà, acuite dalla pandemia.
Soluzioni immediate per il Venezuela
L’arcivescovo metropolita di Maracaibo e presidente di Caritas America Latina e Caraibi, monsignor José Luis Azuaje Ayala, ha fatto notare che in diversi Stati di questa regione si registrano profonde disuguaglianze e gravi violazioni dei diritti umani. Il presule si è soffermato, in particolare, sulla crisi in Venezuela. Sono milioni le persone, in questo Paese, che vivono in condizioni di povertà. Il 63% dei venezuelani arrivati in Colombia e in Brasile ha lasciato il loro Paese per fame. Oltre cinque milioni di migranti venezuelani, ha detto monsignor José Luis Azuaje Ayala, vivono senza documenti nei Paesi di destinazione. “Non si può perdere tempo con negoziati politici”. Si deve intervenire “con soluzioni nel breve termine”. Si deve intervenire con azioni urgenti non solo per il Venezuela. Anche la situazione generale in America Latina, ha affermato l’arcivescovo metropolita di Maracaibo, è difficile: sono necessarie soluzioni immediate per affrontare la piaga della povertà. Si devono canalizzare al meglio i fondi e soprattutto, come sottolinea il Papa, si deve promuovere la solidarietà.
La solidarietà ci rende umani
La solidarietà ci arricchisce. Lo ha sottolineato Rosa Ramos, di Caritas Uruguay e dell’Equipe di formazione e spiritualità, soffermandosi sull’enciclica Fratelli tutti: ci siamo sentiti chiamati da questa enciclica. “Siamo chiamati ad una conversione personale e sociale”. Abbiamo bisogno degli altri e del prossimo e si deve riflettere, ha affermato, sulla fragilità dell’uomo. Il pensiero di Rosa Ramos è poi andato al momento straordinario di preghiera del 27 marzo 2020 quando il Papa aveva sottolineato che ci troviamo tutti sulla stessa barca. E su questa barca, ha aggiunto Rosa Ramos, non ci troviamo tutti nelle stesse condizioni. Si deve imparare, quindi, a vivere in modo autentico la solidarietà: siamo tutti fragili, ma insieme possiamo tessere una rete che umanizza la società. A questa conversione, ha sottolineato Rosa Ramos, ci chiama l’enciclica Fratelli tutti: non c’è vita quando viviamo come isole, come mondi isolati.
“Io sono una missione”
È il servizio il senso della missione. Monsignor José Luis Azuaje Ayala, sottolineando le direttrici dell’azione della Caritas, ha ricordato infine un passaggio dell’esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium: “La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo”. Il presidente di Caritas America Latina e Caraibi ha affermato infine che la frase “io sono una missione” è testimoniata concretamente dai tanti volontari al servizio di opere contraddistinte dalla fraternità e dalla carità.