© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Medio Oriente, prosegue l’operazione militare condotta dall’esercito israeliano nei Territori per liberare il soldato dello Stato ebraico preso in ostaggio da un gruppo estremista palestinese. Intanto nei Territori, poche ore prima dell’inizio dell’incursione israeliana, Hamas e Al Fatah avevano annunciato, ieri, di aver raggiunto un importante accordo sul cosiddetto “documento dei detenuti”. Il testo prevede il riconoscimento implicito di Israele. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’esercito israeliano ha lanciato, nella notte, un’offensiva nella Striscia di Gaza. Lo scopo è di liberare il soldato israeliano rapito nei giorni scorsi. L’incursione è cominciata con un bombardamento aereo su una centrale elettrica. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha comunque affermato che Israele non ha alcuna intenzione di rioccupare la Striscia di Gaza. E ha assicurato che le truppe lasceranno i Territori palestinesi quando sarà liberato il soldato israeliano. La risposta palestinese non si è fatta attendere. I Comitati di resistenza popolare hanno rivendicato il rapimento, in Cisgiordania, di un giovane colono.

Appello di Abu Mazen alla comunità internazionale

Il presidente Abu Mazen ha definito, poi, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza “una punizione collettiva” inflitta al popolo palestinese. Ha anche lanciato un appello alla comunità internazionale per fermare il governo israeliano. Da Hamas arrivano, intanto, segnali discordanti: il vice premier dell’Autorità nazionale palestinese, esponente del gruppo radicale, ha chiesto ai guerriglieri di non uccidere l’ostaggio. Ha aggiunto che la vita del caporale israeliano rapito dipende da Israele. Secondo il movimento islamico, l’azione è una “follia militare” che può avere pesanti conseguenze.

Hamas e il futuro della Palestina

Un leader di Hamas ha chiesto, inoltre, ai militanti palestinesi di combattere contro i soldati dello Stato ebraico. Alla critica situazione sul terreno si contrappone, comunque, un importante risultato politico: Hamas ha approvato ieri il progetto stilato dai detenuti palestinesi che prevede l’esistenza di due Stati e l’implicito riconoscimento d’Israele. Il piano contempla anche la fine della resistenza armata e la creazione, in futuro, di un governo di unità nazionale.

Ancora scontri tra fazioni palestinesi

Ma è sul presente che convergono timori e preoccupazioni: riferendosi all’attuale situazione palestinese, l’UNICEF ha avvertito che “le violenze senza precedenti delle ultime settimane, per gli scontri tra fazioni palestinesi e l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane, pongono a serio rischio l’incolumità di donne e bambini. La loro salute e nutrizione – precisa l’agenzia dell’ONU – sono già minacciate dal collasso del sistema sanitario e dei servizi pubblici di base, a causa degli effetti del blocco finanziario.

Foto:

By Israel Defense Forces (Paratrooper Brigade Drills) [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

 

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