Iraq: attentato nel quartiere di Al Jamia

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq Baghdad e in particolare un sito internet legato all’estremismo islamico continuano ad essere infestati dai semi dell’odio e della violenza. La capitale irachena è stata scossa, questa mattina, da un ennesimo attentato avvenuto in un’affollata zona commerciale del quartiere di Al Jamia. L’esplosione di una autobomba, nei pressi di un centro di reclutamento della Guardia nazionale irachena, ha causato, secondo quanto riferito da fonti ospedaliere, la morte di almeno 11 persone. Nel quartiere di Sadr City sono rimasti uccisi, inoltre, quindici iracheni in seguito a furiosi scontri scoppiati, nelle ultime ore, tra miliziani sciiti e soldati americani. E su internet è stata annunciata una nuova barbara esecuzione. Il  servizio di Amedeo Lomonaco:

 Il gruppo del terrorista giordano, Abu Musab al Zarqawi, ha dichiarato ieri sera di aver ucciso anche il secondo dei tre ostaggi occidentali rapiti giovedì scorso a Baghdad. Si tratta dell’americano Jack Hensley, che proprio oggi avrebbe compiuto 49 anni. Le autorità non sono ancora in grado di confermare l’attendibilità del messaggio ma il ministero dell’Interno iracheno ha reso noto che un corpo decapitato è stato rinvenuto in un quartiere occidentale della capitale. Il corpo è stato successivamente consegnato all’ambasciata degli Stati Uniti dove è in corso il processo di identificazione.

Ultimatum dei rapitori per ostaggio britannico

I rapitori hanno lanciato, inoltre, un nuovo ultimatum di 24 ore minacciando di uccidere anche il terzo prigioniero, il britannico Kenneth Bigley, se non saranno rilasciate le donne detenute nelle carceri di Abu Ghraib e Umm Qasr. Le uniche irachene prigioniere in questi penitenziari sarebbero due scienziate. Il ministro iracheno della Giustizia ha annunciato che potrebbe essere presto rilasciata Rihab Taha, conosciuta come “dottoressa Germe” ed esperta di armi biologiche al servizio del deposto regime di Saddam Hussein. Il ministro ha aggiunto che la decisione non è legata alle richieste dei sequestratori.

Spiragli per la liberazione delle volontarie italiane

E’ stata invece esclusa, per il momento, la liberazione dell’altra donna detenuta, la scienziata Houda Saleh Mehdi Amash, soprannominata dottoressa Antrace, che rappresenterebbe ancora una minaccia per la sicurezza nazionale irachena. Sulla vicenda delle due italiane sequestrate in Iraq, Simona Pari e Simona Torretta, sembra aprirsi infine qualche spiraglio. Fonti di intelligence parlano di un “canale” individuato nelle ultime ore che potrebbe rivelarsi “valido”.

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