American servicemen examine an Iraqi BRDM-2 amphibious scout car captured during Operation Desert Storm. An East German-made W-50 LA/A 4x4 truck is behind the scout car.

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, ore di angoscia per la sorte degli ostaggi ancora in mano alla guerriglia. In base a quanto dichiarato stamani dal segretario dell’ambasciata del Cairo a Baghdad, i sequestratori del diplomatico egiziano, Mohammed Mamduh Kotb, non hanno avanzato nessuna richiesta di riscatto. Anche nel caso del direttore di una impresa di costruzioni statale, rapito ieri nei pressi di Baghdad, sembra che non sia stato chiesto il pagamento di alcuna somma di denaro. Rapito inoltre un gruppo di camionisti. Sulla drammatica vicenda dei sequestri nel Paese arabo, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

La compagnia del Kuwait per la quale lavoravano i sette camionisti presi in ostaggio da un gruppo di miliziani, sta negoziando con i sequestratori per la loro liberazione. Lo ha annunciato il presidente della società assicurando che “sarà adottata qualsiasi misura pur di garantire il rilascio degli ostaggi”. Il ministero degli Esteri di Islamabad teme, inoltre, che siano stati rapiti due pachistani, un ingegnere e un autista. Sul terreno, almeno tredici guerriglieri sono stati uccisi in violenti scontri nella cittadina di Baquba, a nord est di Baghdad. Un soldato americano è morto, inoltre, in seguito ad un attentato dinamitardo contro il suo convoglio. L’agguato, secondo quanto reso noto oggi dal comando militare americano, è avvenuto ieri nei pressi di Beiji, città sede di raffinerie petrolifere situata a circa 200 chilometri a nord di Baghdad.

Ancora minacce da Al Qaeda

Dopo le recenti minacce contro i governi di Polonia e Bulgaria, presunti terroristi di Al Qaeda tornano, intanto, a diffondere il seme dell’odio su Internet. Un sedicente gruppo islamico, che afferma di essere il “braccio operativo” della rete di Bin Laden in Europa, ha dichiarato di voler attaccare con “colonne di autobombe” l’Italia e l’Australia se i due Paesi non ritireranno le loro truppe dall’Iraq. Sul fronte politico, il primo ministro iracheno, Allawi, è giunto stamani a Beirut per una visita ufficiale di tre giorni che sarà incentrata sul problema della sicurezza e  del debito estero dell’Iraq.

 

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