Giornata per commemorare la tratta schiavista

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Per ricordare l’insurrezione degli schiavi avvenuta a Santo Domingo nella notte tra il 22 e il 23 agosto del 1791, che ebbe un ruolo cruciale per l’abolizione della tratta transatlantica, si celebra oggi, sotto l’egida dell’UNESCO, la Giornata internazionale per la commemorazione della tratta schiavista e della sua eliminazione. Ma oltre all’orrore per quanto la piaga della schiavitù ha storicamente prodotto, si deve anche sottolineare il dramma delle moderne forme di sfruttamento nella società contemporanea. Con il fiorire di nuove rotte migratorie il fenomeno della schiavitù continua, infatti, ad essere presente nelle società attuali in molteplici e tragiche tipologie, quali lo sfruttamento sessuale e lavorativo e l’impiego di bambini soldato in azioni di guerra. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Richiamare il ricordo di una realtà lungamente occultata o sconosciuta attribuendole la giusta collocazione nella coscienza degli uomini ma anche far riflettere sulle attuali forme di sfruttamento. E’ il duplice obiettivo della Giornata che commemora l’abolizione della tratta degli schiavi, una tra le più grandi tragedie della storia dell’umanità ma anche una ferita del nostro tempo. Dopo la caduta della cortina di ferro e l’allargamento dell’Unione Europea, la mappa migratoria mondiale, un tempo basata soprattutto sulla logica coloniale, appare oggi come una complessa intersezione di punti, linee e frecce che alimentano un groviglio di speranze ed opportunità ma anche l’orrore dello sfruttamento e della miseria.

Intervista con Giovanni Puglisi

Sul significato dell’odierna Giornata, che assume particolare rilievo quest’anno perché il 2004 è stato proclamato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale per la commemorazione della lotta contro la schiavitù e della sua abolizione”, ascoltiamo il presidente della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, prof. Giovanni Puglisi:

R. – E’ importante perché nel mondo contemporaneo abbiamo abolito alcune forme tradizionali di schiavitù, ma nuove forme si sono riproposte sempre più drammaticamente.

D. – Qual è oggi il rapporto tra nuove tecnologie e moderne forme di schiavitù?

R. – L’incremento dei linguaggi tecnologici e informatici innesta delle grandi aspettative anche nel mondo non occidentale, per cui genti di Paesi lontani si convincono che in questo nostro mondo tutto sia bello e buono. Da qui scaturiscono, poi, nuove forme di schiavitù.

Intervista con padre Alex Zanotelli

Sulla relazione che intercorre tra globalizzazione e migrazione e le moderne dimensioni di sfruttamento, ascoltiamo il missionario comboniano, padre Alex Zanotelli:

R. – Il fenomeno della globalizzazione è stato assunto da forze economico-finanziarie e gestito in proprio, a favore del mercato, del denaro e della finanza. Non abbiamo più l’uomo, ma nuove forme di sfruttamento e di emarginazione, perché l’importante oggi è il profitto a qualsiasi costo.

D. – Padre, come affrontare allora il fenomeno della schiavitù, presente nella società contemporanea?

R. – Dobbiamo renderci conto che in questo mondo dobbiamo viverci tutti. Non è più concepibile che poche persone vogliano accaparrarsi quasi tutte le risorse. Dobbiamo assolutamente distribuire più equamente le ricchezze di questo mondo.

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In base alle stime fornite da diversi organismi internazionali, tra i quali l’UNICEF e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ogni anno circa 175 milioni di persone fuggono dai loro Paesi e tra queste oltre quattro milioni sono vittime del traffico degli esseri umani, un drammatico fenomeno che frutta almeno cinque miliardi di euro l’anno.

 

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