Wallerstein: il sistema mondo
In una sociologia plurale della globalizzazione la concezione nazional statale della società è messa fuori gioco, in quanto la teoria della società come container, vale a dire la rappresentazione di mondi sociali separati all’interno dello Stato nazionale, lascia il posto a forme di vie terze, cioè a spazi d’azione del sociale integrati transnazionalmente che si estendono ben al di là dei confini stabiliti.
Spazi oltre le distanze
La caratteristica saliente di questi “spazi” è che essi superano le distanze. Per “transnazionale” si intende il sorgere di stili di vita e d’azione con cui gli uomini realizzano e salvaguardano contesti di vita “privi di distanze”. Per l’analisi di tali spazi lo sguardo sociologico deve abbandonare il criterio dell’alternativa secca, dello ”o…o”, e aprirsi alle specifiche forme di vita dello “e…e”.
Un unico sistema mondo
Lo storico americano Immanuel Wallerstein sostituisce radicalmente l’immagine di singole società separate l’una dall’altra con l’immagine di un unico sistema-mondo, nel quale tutti devono collocarsi e affermarsi in una divisione del lavoro.
Quest’unico sistema-mondo si impone, secondo Immanuel Wallerstein, con il capitalismo. Nella sua visione il capitalismo è globale e l’economia mondiale capitalistica si compone di tre elementi fondamentali:
- essa consiste in unico mercato dominato dal principio della massimizzazione del profitto;
- si compone di una serie di strutture di differente forze;
- l’appropriazione del plus-lavoro ha luogo in virtù dello sfruttamento che comprende non due classi ma tre livelli: spazi centrali, semiperiferici e periferici.
Si moltiplicano i conflitti
Mentre dunque il capitalismo europeo, costituisce oggi uno spazio economico universale, cioè quello del mercato globale, l’umanità continua ad essere divisa in Stati e identità nazionali con le loro corrispondenti concezioni della propria sovranità e origine.
Al tempo stesso nel sistema-mondo si moltiplicano e si acuiscono i conflitti, perché questo sistema produce non solo enormi ricchezze, ma anche un’enorme povertà. I modelli della disuguaglianza globale seguono la tripartizione dello spazio sociale in centro, semiperiferia e periferia, una divisione che il sistema-mondo integra in maniera conflittuale.
Si rafforzano le disuguaglianze
Le crisi che si presentano periodicamente portano, secondo Immanuel Wallerstein, a ristrutturazioni che rafforzano la distribuzione del potere e della disuguaglianza. Contemporaneamente cresce il livello di contraddizioni nel sistema-mondo. Immanuel Wallerstein argomenta che l’universalizzazione e il rafforzamento della logica capitalistica provocano opposizioni su scala mondiale. La logica interna del sistema capitalistico produce sia processi di integrazione che di disgregazione del mondo. Questa argomentazione è contraddistinta da due caratteristiche: è monocausale ed economicistica.
Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.