Via Francigena: aumentano risorse e pellegrini

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Valorizzare cammini storici, di fede e di natura. E’ questa la finalità del Festival europeo “Via Francigena Collective Project 2016”, presentato stamani a Roma. Su questa iniziativa, promossa dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e dall’Associazione Civita, il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Nell’edizione del 2016 sono oltre 700 le iniziative legate al Festival e più di 300 gli enti promotori. Questa sesta edizione si concluderà il prossimo 20 novembre, giorno in cui terminerà il Giubileo della Misericordia. Alla rassegna partecipano, tra gli altri, l’Unione Nazionale delle Pro Loco italiane e l’Opera Romana Pellegrinaggi che promuove il “Cammino della Pace da Betlemme a Gerusalemme”. Il Festival è un occasione per riscoprire attraverso la Via Francigena, la più estesa infrastruttura culturale e relazionale d’Europa, paesaggi di straordinaria bellezza e attrattiva.

Turismo alternativo

La Via Francigena è infatti la spina dorsale di un cammino spirituale secolare. Ma è anche una delle leve privilegiate di un turismo alternativo. L’antica Via, che nel Medioevo univa Canterbury a Roma, è stata riscoperta dai moderni pellegrini. Negli ultimi anni, migliaia di persone hanno cominciato il loro cammino da Canterbury a Roma. Alcuni lo hanno iniziato decidendo di proseguire il loro percorso fino a Gerusalemme. In occasione del Giubileo della Misericordia, è cresciuto il numero di pellegrini che hanno percorso questo cammino millenario.

Il Festival europeo della via Francigena, giunto alla sesta edizione, valorizza dunque questo straordinario patrimonio culturale e di fede attraverso un ricco programma di iniziative. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco il direttore artistico del Festival, Sandro Polci:

 

R. – A  volte sono piccoli eventi, a volte molto grandi. Ma sono tutti legati dagli stessi valori di spiritualità e in molti casi religiosi, di valorizzazione dei territori. Tutto questo fa vedere che ci sono modelli di crescita, di sviluppo e di vita nuovi. Modelli che possono aver un futuro stabile, ottimistico e positivo per il nostro Paese. Proprio in un momento in cui sembra prevalere il pessimismo, si ritorna alle parole di Papa Francesco. Si ritorna alla qualità dei luoghi nel cui rispetto si trova una regola e una molla per poter fare ancora meglio. Poi, diciamolo: la Via Francigena è aniticiclica. Porta le persone a camminare. Crea microeconomie turistiche proprio nelle stagioni e nei luoghi più desueti. Tutto questo fa del fatto turistico un’espressione molto più completa e compiuta. E dunque economicamente importante.

Una via di fede e cultura

D. – I modelli di crescita sono incastonati in questo itinerario di fede e cultura che può essere anche percorso riflettendo sulle parole nell’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco…

R. – È un punto di partenza e un punto di sintesi perché non c’è conflitto tra chi crea buona economia nei luoghi utilizzando le parole della condivisione e cercando di essere anello di una catena e non di mettere il cappello a qualcosa. Ecco perché il Festival gode di più 700 adesioni: ognuno si sente rispettato nella propria capacità di proposta.

Novità sulla via Francigena

D. – Ci sono anche molte iniziative; ce ne sono alcune in particolare che vogliamo ricordare …

R. – Una giovane coppia che si sposa e che crea visite guidate in un piccolo borgo rurale, fino a itinerari di pellegrinaggio come da Macerata a Loreto con centomila persone che dal tramonto all’alba con le parole del Papa al momento della partenza camminano insieme. C’è poi il numero zero di un’idea alla quale tengo personalmente molto e che l’anno prossimo diventerà europea che quest’anno sperimentiamo con il senese: la Notte Bianca degli ostelli in occasione della chiusura del Giubileo. Durante questa iniziativa, il 20 novembre, tutti potranno essere ospitati gratuitamente prestando una piccola opera. Un segno di misericordia, di ospitalità, di futuro e anche di economia buona.

Il governo italiano ha stanziato, nell’ambito del Piano Strategico Turismo e Cultura, un miliardo di euro del Fondo Sviluppo e Coesione 2014 – 2020. Oltre 60 milioni, di cui più di 20 per la Via Francigena, sono destinati alla valorizzazione di cammini religiosi e di tracciati storici. Su questo impegno si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Antimo Cesaro:

 

R. – Il Ministero pone grande attenzione ai cammini, che rappresentano un turismo di qualità e che, oltre alla fruizione turistica, rappresentano un’esperienza di vita, distinguendo tra il percorso del pellegrino e quello del turista. Entrambi sono aspetti che possono convergere. Non necessariamente devono convergere, ma sono entrambi interessanti per il nostro Ministero, che punta ad una fruizione di qualità dei nostri beni culturali. Tutto questo, però, deve essere messo a sistema. Il tema è come conciliare la ricchezza straordinaria dei cammini, in primis quello della Via Francigena. Ma c’è un percorso francescano, una Via Appia da rivalutare.Ci  tanti altri cammini da rivalutare  nella consapevolezza che la moltiplicazione delle offerte culturali, se non riescono a fare sistema, crea tanti rivoli che possono complicare i percorsi, anziché semplificarli e renderli più agevoli.

Turismo religioso da incentivare

Il Ministero vuole assumere la veste di cabina di regia, investendo risorse economiche, ma anche umane, nella razionalizzazione di questi percorsi, trasformandoli in una straordinaria opportunità. Abbiamo la consapevolezza che il turismo religioso, che interseca la via dei cammini, sia un turismo che in Italia è già considerevole. Ma può aumentare in qualità e quantità i numeri, con una ricaduta anche economica ed occupazionale certamente non trascurabile.

Manca ancora un sistema di supporto adeguato alla Via Francigena

D. – Questo cammino, intessuto anche in un contesto di preghiera e di meditazione, è supportato da una rete adeguata per gestire questo tipo di turismo?

R. – Non ancora, per quelle che sono le potenzialità. Penso alla possibilità di tanti conventi, eremi, che potrebbero e dovrebbero offrire una ospitalità di qualità. Vogliono farlo. Devono essere messi in condizione di poter operare. Spesso Papa Francesco ha detto di aprire i nostri conventi ad un’ospitalità. Può essere questa un’ospitalità solidale, ma può essere anche un’ospitalità culturale e una fruizione turistica, nel senso più alto del termine. Tutto questo, se adeguatamente supportato da tutti gli operatori del settore, con una cabina di regia istituzionale e significativa, sarà facilitato.E ci consentirà di diversificare i nostri percorsi. Ci permetterà di destagionalizzare il nostro turismo. Ci consentirà di valorizzare le aree interne e quindi avere una crescita quantitativa e qualitativa del nostro Pil turistico.

L’itinerario della Via Francigena è anche una straordinaria opportunità per cogliere aspetti caratteristici e fondanti del Continente europeo. Ma quali sono le peculiarità che caratterizzano questo Festival? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a Nicola Maccanico, vice presidente dell’Associazione Civita:

 

R. – 700 eventi sul territorio della Francigena, istituzioni che collaborano tra di loro, la capacità di fare rete. E poi la capacità di dimostrare che il Festival della Francigena cresce. L’idea della Francigena, che muove da una spiritualità profonda, riesce ad andare oltre e può diventare un asset fondamentale anche per lo sviluppo turistico del nostro Paese.

I benefici per i territori attraversati dalla Via Francigena

D. – Nel corso degli anni che tipo di benefici ha portato, da un punto di vista del turismo, questa iniziativa?

R. – La capacità di territori, che non sono naturalmente la prima scelta del turismo internazionale e nazionale, di diventare oggetto di attenzione proprio perché attraversati dalla Francigena. Il problema strutturale che ha il turismo nel nostro Paese, pensando al turismo non collegato alle principali città d’arte, è proprio quello di trovare una ragione di esistere, perché le bellezze in Italia sono in ogni angolo… La Francigena offre una opportunità di visitare luoghi che, senza la connessione della Francigena stessa, non riuscirebbero a generare interesse. Quindi la grande forza della Francigena e del Festival della Via Francigena è di creare delle occasioni per scoprire dei posti meravigliosi in un modello molto democratico. Anche da un punto di vista dei costi complessivi, questo turismo lento è un turismo che non implica grandi investimenti e quindi a tutti accessibile.

Sfide future

D. – Quali le sfide nel futuro?

R. – L’accresciuta responsabilità dovuta al fatto che il Ministero abbia deciso di investire in maniera significativa nella Via Francigena e nei cammini. In qualche modo, la più grande responsabilità continua ad essere la stessa. E’ quella di far crescere la Via Francigena e gli eventi ad essa collegati. Ma nel momento in cui le istituzioni danno una apertura di credito, questa opportunità è vicina. Ma al tempo stesso implica ancora una maggiore coesione. Infatti, nel momento in cui ci sono dei soldi a disposizione, spesso è più difficile essere uniti.  La vera sfida è questa. Tutti gli operatori, le istituzioni, i soggetti che hanno fatto crescere la Via Francigena lo hanno fatto con un quantità di risorse limitate. Adesso che sembrano esserci più risorse, non devono perdere la stessa coesione.

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