Udienza generale, il Papa: pace nel Caucaso

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Dio benedica l’Armenia, la Georgia e l’Azerbaigian e accompagni il cammino del Suo Popolo santo pellegrino in quei Paesi”. Con questa benedizione Papa Francesco ha concluso, stamani, la sua catechesi incentrata sul recente viaggio apostolico in Georgia e in Azerbaigian. “La vera missione – ha detto il Santo Padre durante l’udienza generale in piazza San Pietro – non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Papa Francesco all’Udienza generale ha ricordato il viaggio apostolico in Georgia e in Azerbaigian. Un viaggio – ha affermato – il Pontefice – che è stato “il proseguimento e il completamento di quello effettuato in Armenia”:

“In tal modo ho potuto – grazie a Dio – realizzare il progetto di visitare tutti e tre questi Paesi caucasici, per confermare la Chiesa Cattolica che vive in essi e per incoraggiare il cammino di quelle popolazioni verso la pace e la fraternità”.

Gratitudine al Patriarca Ilia II e allo sceicco dei musulmani del Caucaso

Il Pontefice ha anche espresso la sua riconoscenza alle autorità civili e religiose dei due Paesi, in particolare al Patriarca di tutta la Georgia Ilia II e allo sceicco dei musulmani del Caucaso. Riferendosi al Patriarca ha aggiunto:

“La sua testimonianza mi ha fatto tanto bene al cuore e all’anima”.

La Chiesa sia presente nel segno della carità e della promozione umana

Georgia e Azerbaigian – ha poi affermato il Papa – hanno “radici storiche, culturali e religiose molto antiche” ma allo stesso tempo stanno vivendo una fase nuova. Entrambi – ha ricordato il Santo Padre – “celebrano quest’anno il 25.mo della loro indipendenza, essendo stati per buona parte del secolo XX sotto il regime sovietico”:

“La Chiesa Cattolica è chiamata ad essere presente, ad essere vicina, specialmente nel segno della carità e della promozione umana; ed essa cerca di farlo in comunione con le altre Chiese e Comunità cristiane e in dialogo con le altre comunità religiose, nella certezza che Dio è Padre di tutti e noi siamo fratelli e sorelle”.

La vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo

In Georgia – ha detto Francesco – “questa missione passa naturalmente attraverso la collaborazione con i fratelli ortodossi”. Dopo aver ricordato l’intenso momento di preghiera a Tbilisi con la comunità assiro caldea “per la pace in Siria, in Iraq e in tutto il Medio Oriente” il pensiero del Papa è andato alla Messa con i fedeli cattolici della Georgia, “celebrata nella memoria di Santa Teresa di Gesù bambino, patrona delle missioni”:

“Lei ci ricorda che la vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli”.

La comunione in Cristo spinge a cercare l’incontro e il dialogo

Lo stile di presenza evangelica è, se possibile – ha quindi detto il Pontefice – “ancora più necessario in Azerbaigian, dove la maggioranza della popolazione è musulmana e i cattolici sono poche centinaia, ma grazie a Dio hanno buoni rapporti con tutti, in particolare mantengono vincoli fraterni con i cristiani ortodossi”:

“Per questo a Baku, capitale dell’Azerbaigian, abbiamo vissuto due momenti che la fede sa tenere nel giusto rapporto: l’Eucaristia e l’incontro interreligioso. L’Eucaristia con la piccola comunità cattolica, dove lo Spirito armonizza le diverse lingue e dona la forza della testimonianza; e questa comunione in Cristo non impedisce, anzi, spinge a cercare l’incontro e il dialogo con tutti coloro che credono in Dio, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno”.

Il saluto agli ex prigionieri del Campo di concentramento di Auschwitz

Al termine dell’udienza generale Papa Francesco ha rivolto il proprio saluto, tra gli altri, agli “ex prigionieri del Campo di concentramento di Auschwitz”. “Celebriamo oggi – ha detto il Santo Padre – la memoria di Santa Faustina Kowalska. Lei ha ricordato al mondo che Dio è ricco di misericordia e che il Suo amore è più potente della morte, del peccato e di ogni male”.

 

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