© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Seggi aperti stamani in Armenia per le elezioni politiche. Sono chiamati all’appuntamento con le urne oltre due milioni di elettori. Il voto, che costituisce un test per misurare la democrazia nel Paese, è ritenuto una prova generale per le elezioni presidenziali del prossimo anno. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il confronto è ristretto a due formazioni, entrambe collegate all’elite di governo: sono il Partito Repubblicano, attualmente la prima forza in Parlamento, e la formazione ‘Armenia Prospera’, fondata da uno degli imprenditori più ricchi del Paese. La sfida elettorale non è esente da insidie: si temono, in particolare, nuove tensioni dopo vari episodi di violenza che hanno contrassegnato la campagna elettorale. Per garantire trasparenza, le operazioni di voto saranno monitorate da circa 300 osservatori internazionali. Unione Europea e Stati Uniti hanno già messo in guardia sulle pericolose conseguenze di eventuali brogli.

Un terzo della popolazione vive con meno di due dollari al giorno

In caso di irregolarità, si prevedono drastici tagli agli aiuti finanziari alla già debole economia armena. Attualmente, un terzo della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. In Armenia, indipendente dal 1991 dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, le consultazioni non sempre sono state trasparenti. Per promuovere una più equa ripartizione dei poteri, è stato anche approvato nel 2005 il progetto di riforma costituzionale appoggiato dal Consiglio d’Europa che prevede la riduzione dei poteri del presidente, a vantaggio del parlamento e del governo, e maggiori garanzie di indipendenza per la magistratura.

Foto:

Santeri Viinamäki [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], from Wikimedia Commons

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