Colombia: governo e Farc firmano accordo di pace
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Dopo 52 anni di conflitto interno, la Colombia vive oggi una importante pagina di storia. Oggi comincia a Cartagena de Indias l’imponente cerimonia che prevede, nel corso della giornata – alle ore 17.00 locali – la firma dell’accordo di pace tra il governo colombiano Juan e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Allo storico evento presenziano tra gli altri il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, in rappresentanza del Papa, e il Presidente cubano Raul Castro che ha sostenuto le trattative di pace tenutesi all’Avana. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’accordo di pace può rompere un altro muro in America Latina. Dopo il ripristino delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, avvenuto anche grazie alla mediazione della Santa Sede, in Colombia la via della pace può finalmente prevalere sulla strada della guerra, che ha seminato morte e odio. Ai negoziati, durati 4 anni, anche la Santa Sede ha dato un contributo decisivo. Per la Colombia quella odierna può rivelarsi una data spartiacque tra un passato di violenze e – si spera – un futuro di pace. In oltre 50 anni di guerra, sono morte più di 220 mila persone e quasi sette milioni di colombiani hanno perso le loro abitazioni.
I nodi della riconciliazione
Per costruire un futuro nel segno della riconciliazione, l’accordo risponde a 6 nodi cruciali: giustizia per le vittime, accesso alla terra per i contadini poveri, partecipazione politica degli ex guerriglieri, lotta al traffico di droga, disarmo degli ex ribelli, attuazione e monitoraggio dell’intesa stessa. Ma la firma che oggi viene posta dal Presidente colombiano Juan Manuel Santos e dal comandante delle Farc Rodrigo Londoño, conosciuto con il nome di “Timochenko”, non è l’ultimo sigillo dell’accordo. L’intesa, che dovrà essere applicata con la supervisione dell’Onu, sarà infatti sottoposta il prossimo 2 ottobre a referendum popolare. L’ultima parola spetterà ai colombiani.
Per la Colombia è dunque una pagina importante ma non l’ultimo sigillo di pace. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco il sacerdote colombiano, padre Gonzalo Flórez:
R. – E’ una pagina abbastanza importante perché, attraverso questo accordo, il Paese può raggiungere la pace. Diciamo che è l’inizio. Con questa firma si può pensare che la pace sia una possibilità vera per la nostra nazione.
D. – E’ un inizio perché l’ultima parola spetterà ai colombiani con un referendum il prossimo 2 ottobre …
R. – Sì,diciamo che è un po’ complesso: ci sono alcuni che credono che sia possibile trovare la pace, ma al contrario ci sono alcuni altri che non credono che la pace sia possibile. Pensano che manchino ancora alcune cose per trovare la soluzione vera. La nostra preoccupazione adesso deve essere soprattutto per le persone più deboli: i bambini, gli adolescenti. Così possiamo costruire la vera società, una società nella quale si possa riconoscere la pace.
Un inizio verso la riconciliazione
Questo è un inizio. La vera riconciliazione non si è fatta, manca tanto. Una vera riconciliazione ha bisogno di essere costruita ogni giorno, soprattutto nel cuore, che è ferito per tutta questa storia nella quale sono accadute tante cose brutte. Adesso bisogna riparare questa ferita del cuore che all’interno del nostro Paese è una ferita storica: questo è il problema. La vera riconciliazione è guarire la ferita che è stata inferta nel corso della storia. Questa sarà anche per me la vera riconciliazione.
Un popolo ferito
D. – Una ferita che tocca tutto il popolo colombiano …
R. – E’ vero: tocca direttamente o indirrettamente ognuno di noi, perché questa storia, questa ferita ha toccato ognuno di noi. Tutti noi possiamo seguire i passi di Gesù che è l’uomo della pace. La pace non è un ideale lontano, la pace è una realtà che possiamo vivere adesso, non possiamo più aspettarla: e questo è il messaggio che la Chiesa può dare oggi, pensando sempre ai più poveri, ai più deboli, a coloro che hanno più bisogno e più necessità.
Foto:
By Gobierno de Chile [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons