Sinodo: tra le proposte, quella di un rito amazzonico

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© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews  Presentate, nella Sala Stampa della Santa Sede, le relazioni dei Circoli Minori. Sono intervenuti monsignor Mário Antônio da Silva, vescovo di Roraima (Brasile), monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, Mauricio Lopez segretario esecutivo Repam e suor Daniela Adriana Cannavina, segretaria generale della Clar (Colombia).

Le relazioni dei Circoli Minori non sono testi definitivi, ma sono un primo passo di un tessuto nato dall’ascolto e orientato dal discernimento. In alcuni gruppi, il dibattito e il confronto sono aperti. Non sempre le posizioni dei padri sinodali coincidono, ma ciascuno offre il proprio contributo. Con questa premessa padre Giacomo Costa, segretario della Commissione per l’Informazione, ha aperto nella Sala Stampa della Santa Sede la conferenza stampa per la presentazione delle relazioni dei Circoli Minori.

Rinnovo e rafforzamento della vita consacrata

Il Sinodo sulla regione Panamazzonica è anche un’esortazione. Suor Daniela Adriana Cannavina, segretaria generale della Clar (Colombia) ha ribadito che l’invito è quello di pensare all’Amazzonia e ad aprire nuovi cammini per la Chiesa. Bisogna renderli possibili e praticabili andando oltre i timori. Suor Daniela Adriana Cannavina ha anche ricordato che durante i lavori sinodali è stato dato spazio ai contributi delle donne. Riferendosi alla vita consacrata, ha indicato una priorità: quella di continuare a promuovere una vita concentrata sul Vangelo. Si deve resistere all’indifferenza, ha aggiunto, perché la vita consacrata è un’icona dell’accoglienza della vita. Ha inoltre indicato quattro chiavi fondamentali. La prima è quella dell’inculturalità. La seconda è l’itineranza che assicura la presenza di una Chiesa in uscita. Le altre due chiavi per aprire nuovi cammini sono il rafforzamento della presenza missionaria, a partire dai carismi, e la promozione di un dialogo tra pastori e laici in un ambiente di corresponsabilità.

Universalità e complementarietà

L’esperienza del cammino sinodale è unica. Ogni Sinodo è un’emozione intellettuale sempre più profonda. Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha sottolineato che il Sinodo ci esorta a riflettere anche sul significato di universalità della Chiesa. La Chiesa, ha affermato, è una ma è composta da tanti popoli, uno diverso dall’altro. Si deve rispettare ogni popolo e questo, ha spiegato monsignor Fisichella, implica anche il riconoscimento della complementarietà: ogni popolo, ogni cultura ed ogni tradizione hanno qualcosa da dire perché il patrimonio comune possa essere compreso e illuminato. Ogni cultura dell’Amazzonia, ha aggiunto, esprime qualche elemento che consente di recepire la grandezza della fede cristiana.

Rito amazzonico

Monsignor Rino Fisichella ha inoltre ricordato che è stata anche avanzata la proposta di intraprendere la via di un ‘rito amazzonico’ che permetta di sviluppare sotto l’aspetto spirituale, teologico, liturgico e disciplinare, la ricchezza singolare della Chiesa cattolica in Amazzonia. I riti, ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, sono l’espressione dell’evangelizzazione: quando l’annuncio del Vangelo raggiunge una cultura, si incultura attraverso quelle forme più coerenti per esprimere il mistero.  In età contemporanea è stato concesso un rito, limitato solo alla liturgia, per il cammino neocatecumenale. Nel caso del rito amazzonico, ha precisato monsignor Fisichella, “siamo di fronte ad una proposta che riguarda il rito nella sua globalità”.

Aprire nuove strade

Questo Sinodo è un’opportunità che abbiamo per metterci in contatto con la vita, con l’ambiente, ma soprattutto con la vita delle comunità. Monsignor Mário Antônio da Silva, vescovo di Roraima (Brasile) ha sottolineato che l’assemblea sinodale è un’opportunità per ascoltare la voce dell’Amazzonia. È un’opportunità per riconoscere le strade già tracciate dai martiri e aprire nuove strade per la Chiesa e per una ecologia integrale. Ricordando la realtà della sua diocesi, ha poi indicato nelle migrazioni una delle principali sfide. C’è una crisi umanitaria e Papa Francesco, ha spiegato, ci invita ad essere capaci come Chiesa ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti. Sono inoltre necessari nuovi collaboratori per arrivare anche in piccole comunità lontane dai piccoli centri. Tra le proposte c’è anche quella dei “viri probati”, cioè l’ordinazione di adulti sposati. Il celibato, ha poi affermato il presule, è un dono della Chiesa e deve essere considerato come qualcosa di molto prezioso. Monsignor Mário Antônio da Silva ha quindi ricordato che Papa Francesco ci chiede di porre attenzione a tutto il Creato. L’ecologia integrale, ha aggiunto, ci porta a pensare anche alle future generazioni.

Vedere la realtà con lo sguardo di Dio

La conferenza stampa ha avuto anche un momento si silenzio e di riflessione durato 30 secondi. A proporlo è stato Mauricio Lopez segretario della Rete ecclesiale panamazonica (Repam) dopo aver posto questa domanda: quale è lo sguardo di Dio per la realtà dell’Amazzonia? Bisogna osservare la realtà, ha affermato, con lo sguardo di Dio. Voglio tornare nel luogo dove lavoriamo tutti i giorni e dire alle genti dell’Amazzonia, ha sottolineato Mauricio Lopez, che onoriamo le loro vite. Voglio dire che le loro voci sono state ascoltate. La periferia, ha aggiunto, non vuole rubare il posto al centro: si tratta di illuminare il centro a partire dalla periferia. E non si deve perdere di vista ciò che veramente è importante: le persone. Seguendo l’itinerario proposto da Papa Francesco, ha poi detto Mauricio Lopez, si deve promuovere un’autentica conversione pastorale, ecologica e sinodale la conversione ecologica.

Peccati ecologici

Rispondendo alle domande dei giornalisti, i partecipanti alla conferenza stampa si sono soffermati sul tema dei peccati ecologici. Suor Daniela Adriana Cannavina ha affermato che l’esclusione dei fratelli indigeni, la povertà a causa delle attività estrattive, sono peccati. Tutto ciò, ha detto, che avvicina la vita alla morte è peccato. Monsignor Rino Fisichella ha spiegato che il peccato è la chiusura dell’uomo in sé stesso: chi vie in questa chiusura rischia di morire di asfissia. Il peccato fondamentale è il comportamento dell’uomo che si rinchiude davanti a Dio. La creazione, ha osservato monsignor Fisichella, è una manifestazione di Dio. Quando non si riconosce Dio nella creazione, ha detto, non si hanno scuse e si cade in una dimensione di peccato. Monsignor Mário Antônio da Silva ha esortato ad una conversione sincera: tutto ciò, ha spiegato, che ci porta all’uso necessario e sensato dei beni del Creato non è virtuoso. Tutto ciò che, invece, ci porta ad un uso dei beni del creato per fini di lucro non solo “puzza”, ma porta con sé l’ingiustizia.

Fondi e solidarietà

Una giornalista ha ricordato che la Fondazione della Ford, non contraria all’aborto, ha assicurato fondi alla Rete ecclesiale panamazonica (Repam). Monsignor Mário Antônio da Silva ha ricordato che la Chiesa difende la vita dal concepimento alla sua fine naturale. I fondi, ha detto, devono essere usati per promuovere la vita di bambini, delle donne e delle famiglie. La Repam, ha sottolineato il presule, utilizza donazioni fatte da fondazioni per promuovere la vita. Il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffiniha detto di ritenere un bene il fatto che dei soldi siano utilizzati per promuovere opere di carità.

Sinodo: lavori in corso

La conferenza stampa si è conclusa con una breve istantanea sulla situazione attuale dei lavori sinodali. Le proposte finora avanzate, ha affermato infine monsignor Mário Antônio da Silva, sono per ora discussioni che si stanno portando avanti. Questa è ancora una fase di raccolta delle proposte che poi saranno affidate al discernimento. La fase successiva, ha concluso, sarà quella del documento finale da affidare al Papa e al suo discernimento.

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