Il cardinale Parolin: preghiamo per la pace in Armenia, in Ucraina e nel mondo

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Il cardinale segretario di Stato ha presieduto la celebrazione nel trentennale dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e la Repubblica armena.

“Preghiamo per la pace in Armenia, chiediamo la pace in Ucraina e in tutto il mondo. Siamo tutti chiamati a rinnovare il nostro impegno quotidiano per essere strumenti di pace”. È questa la supplica che si è elevata durante la “Santa Messa per la pace in Armenia”, presieduta nella Basilica di Santa Maria Maggiore dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, in occasione del 30.mo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Armenia e la Santa Sede.

Il legame tra Santa Sede e popolo armeno

Nell’omelia il porporato ha ricordato che l’anno scorso è stata inaugurata a Yerevan la Nunziatura Apostolica, “un segno importante di come la Santa Sede e l’Armenia stiano continuamente sviluppando le loro relazioni in modo amichevole e serio in vari campi”. Un altro aspetto significativo delle relazioni tra Armenia e Santa Sede è legato al “dialogo rispettoso tra la Chiesa cattolica e la Chiesa apostolica armena”. Questo, ha affermato il cardinale Parolin, è stato un aspetto molto importante degli incontri di Papa Francesco con Karekin II, Catholicos e Patriarca supremo di tutti gli armeni. Il legame speciale tra la Santa Sede e il popolo armeno, ha sottolineato il segretario di Stato, è testimoniato anche dalla Comunione Ecclesiastica concessa da Papa Francesco a Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, dopo la sua elezione, lo scorso anno a Patriarca di Cilicia degli Armeni.

Favorire venti di pace nel Caucaso

È la pace il dono più desiderato. “Nella preghiera di oggi – ha affermato il cardinale Parolin – siamo guidati dal grande Santo della Chiesa armena, San Gregorio di Narek, la cui memoria è stata inserita da Papa Francesco nel Calendario Romano Generale”. Il porporato ha ricordato in particolare le parole pronunciate da Papa Francesco durante l’incontro ecumenico e la preghiera per la pace a Yerevan nell’ambito del viaggio apostolico in Armenia nel 2016: “In quest’ottica vorrei evocare un altro grande testimone e artefice della pace di Cristo, san Gregorio di Narek, che ho proclamato Dottore della Chiesa. Egli potrebbe essere definito anche ‘Dottore della pace’. Così ha scritto in quello straordinario Libro che mi piace pensare come la ‘costituzione spirituale del popolo armeno’: Ricordati, [Signore,…] di quelli che nella stirpe umana sono nostri nemici, ma per il loro bene: compi in loro perdono e misericordia. […] Non sterminare coloro che mi mordono: trasformali! Estirpa la viziosa condotta terrena e radica quella buona in me e in loro» (Libro delle Lamentazioni, 83,1-2)”. “Oggi – ha aggiunto il cardinale Parolin – affidiamo la nostra preghiera all’intercessione della Beata Vergine Maria, Regina Pacis, qui venerata come Salus Populi Romani”. Il porporato ha poi sottolineato che in questi giorni si sta svolgendo un pellegrinaggio con la venerabile immagine di Nostra Signora di Fatima nel Caucaso. Un pellegrinaggio per favorire la riconciliazione e “venti di pace nella regione”.

Il popolo armeno e la croce

Nell’omelia il cardinale Parolin ha anche sottolineato che “l’Armenia, con la sua identità, è fondata su una solida base di pietra, sul khatchkar”, la croce di pietra degli armeni “definita come una vera e propria icona della spiritualità armena”. San Giovanni Paolo II, ha affermato il segretario di Stato, si riferiva alla nazione armena come al “popolo della croce”, perché è nella croce che questo popolo si è identificato. “Il popolo armeno – ha detto nel Duemila Papa Wojtyła, durante un’udienza ai partecipanti al pellegrinaggio giubilare del Patriarcato armeno cattolico – conosce bene la Croce: la porta incisa nel suo cuore. È il simbolo della sua identità, delle tragedie della sua storia e della gloria della sua rinascita dopo ogni evento avverso”.

Armenia terra di fede

“Non sorprende che gli armeni siano un popolo di profonda fede”. “Questo grande Paese – ha detto il cardinale Parolin – si è sempre distinto come la prima nazione ad abbracciare la fede cristiana. Nel corso dei secoli, la fede cristiana ha sostenuto questo grande popolo, soprattutto nei momenti difficili della sua storia”. L’Armenia, dove “è nata la prima civiltà dopo il Diluvio e dove la tradizione ci dice che si trovava il Giardino dell’Eden”, è una “bellissima terra di montagna”. “Che il Signore faccia dell’Armenia – ha affermato infine nell’omelia il porporato – una casa fondata sulla roccia della Sapienza divina. Possa la vostra nobile nazione godere della pace che desiderate e possa continuare a beneficiare delle vostre ricchezze umane, culturali e spirituali, in modo che la famiglia delle nazioni possa condividere ciascuna di esse”.

Relazioni tra Santa Sede e Armenia

Alla cerimonia nella Basilica di Santa Maria Maggiore era presente anche il ministro degli Affari Esteri armeno, Ararat Mirzoyan. Lo scorso 23 maggio, in occasione del 30.mo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica d’Armenia e la Santa Sede, c’è stato uno scambio di lettere tra il ministro Mirzoyan e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Il ministro armeno, riferendosi alle relazioni basate su stessi valori cristiani, ha manifestato la disponibilità a proseguire gli sforzi comuni per l’attuazione dell’agenda internazionale e regionale per una pace duratura e uno sviluppo sostenibile. Il ministro armeno ha inoltre espresso gratitudine per l’elevazione di San Gregorio di Narek alla dignità di Dottore della Chiesa e per le parole, pronunciate da Papa Francesco durante il Pontificato, sul genocidio armeno. A sua volta, il segretario per i Rapporti con gli Stati ha sottolineato che la recente apertura della Nunziatura Apostolica a Yerevan è una testimonianza importante del modo in cui la Santa Sede e l’Armenia stiano sviluppando relazioni amichevoli e sincere in ambiti diversi. Ricordando le visite bilaterali ad alto livello, l’arcivescovo Gallagher ha ricordato infine che è intenzione della Santa Sede rafforzare ulteriormente la cooperazione con l’Armenia in particolare per promuovere la giustizia e la pace.

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