San Pio X, il Papa riformatore della Chiesa

Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Nel giorno in cui si ricorda San Pio X, ripercorriamo il Pontificato di Papa Sarto. Con noi Gianpaolo Romanato, autore del libro: “Pio X alle origini del cattolicesimo contemporaneo”.

“Rinnovare tutte le cose in Cristo”. È questa la prospettiva che accompagna il Pontificato di Papa Giuseppe Melchiore Sarto. Nato a Riese (Treviso) nel 1835 in una famiglia contadina, prima di essere eletto Papa, il 4 agosto del 1903, è vescovo di Mantova e patriarca di Venezia. Assume il nome di Pio X e guida la Chiesa che si è appena affacciata nel XX secolo. Succede a Leone XIII, che nel 1891 aveva promulgato l’enciclica “Rerum novarum” sulla questione operaia. Tra i centri della vita cristiana pone l’Eucaristia: “È il divino sacramento – afferma – che ci assicura l’eterna vita e ci rende certi di combattere vittoriosamente contro i nemici… Gesù è il più grande dei benefici che abbia avuto l’umanità desolata”.

Primi anni di Pontificato

Papa Sarto delinea il programma del suo Pontificato nell’enciclica “E supremi” (4 ottobre 1903) nella quale indica una via: “ricondurre il genere umano sotto l’impero di Cristo”. Appena salito al soglio di Pietro, incarica una commissione cardinalizia di studiare la questione del cosiddetto veto che consente alle potenze europee di opporsi alla elezione a Pontefice di un cardinale. Il cosiddetto ius exclusivae viene poi abolito con la costituzione “Commissum nobis” del 20 gennaio 1904. Fin dagli inizi del Pontificato, si dedica alla riorganizzazione della Curia Romana. Poi da inizio ai lavori per la redazione del Codice di Diritto Canonico.  Promuove la riforma liturgica e il canto sacro. Nel 1905 crea il primo cardinale sudamericano della storia della Chiesa, il vescovo brasiliano Joaquim Arcoverde Cavalcanti. Due anni dopo, nella lettera enciclica “Pascendi Dominici Gregis” indica “gli errori del modernismo”.

Il catechismo di Pio X

Il Pontificato di Papa Sarto è legato in particolare anche al catechismo. Nel 1905 Papa Pio X prescrive un nuovo compendio. “La necessità di provvedere per quanto è possibile alla religiosa istituzione della tenera gioventù – scrive Pio X in una lettera indirizzata al cardinale Pietro Respighi – ci ha consigliato la stampa di un Catechismo, che esponga in modo chiaro i rudimenti della santa fede, e quelle divine verità, alle quali deve informarsi la vita d’ogni cristiano”. Nel 1912 viene approvato un nuovo catechismo per la diocesi e la provincia ecclesiastica di Roma.  Il catechismo chiamato “di Pio X” – ha sottolineato Benedetto XVI durante l’udienza generale del 18 agosto 2010 – è stato per molti una guida sicura nell’apprendere le verità della fede per il linguaggio semplice, chiaro e preciso e per l’efficacia espositiva”.

Papa Sarto, lo sport e il tango

Il Pontificato di Pio X si intreccia anche con il mondo dello sport. “San Pio X – ha ricordato San Giovanni Paolo II nel 1982 rivolgendosi ai membri del Comitato olimpico internazionale – incoraggiò la nobile iniziativa del barone Pierre De Coubertin che ripristinò in epoca contemporanea con crescente successo i Giochi Olimpici”. Il Pontefice è anche un attento osservatore di vari aspetti e ambiti che riguardano la società. Dispone, tra l’altro, la revoca delle sanzioni ecclesiastiche previste per chi avesse praticato il tango, un ballo arrivato in Europa dall’Argentina. Dopo averne visto un’esibizione afferma, in dialetto, che preferiva “il ballo della furlana” ma che non ravvisava grandi peccati vi fossero nel nuovo ballo.

Lo scoppio della prima guerra mondiale

L’ultimo tratto del Pontificato di Papa Pio X è accompagnato prima dai venti minacciosi della guerra e poi dallo scoppio del primo conflitto mondiale, che inizia il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia. Nell’esortazione “Dum Europa” del 2 agosto 1914, il Pontefice lancia un accorato appello per la pace: “Mentre i popoli dell’Europa, quasi tutti trascinati nei vortici di una funestissima guerra, ai cui pericoli alle cui stragi alle cui conseguenze nessuno può pensare senza sentirsi opprimere dal dolore e dallo spavento – si legge nel documento – non possiamo non preoccuparci anche noi nel sentirci strappare l’animo nel più acerbo dolore per la salute e la vita di tanti cittadini e di tanti popoli che ci stanno sommamente a cuore”. Pochi giorni dopo la promulgazione dell’esortazione “Dum Europa”, Papa Pio X muore. È il 20 agosto del 1914.

Canonizzazione

Papa Pio X viene proclamato santo da Pio XII nel 1954. Nel discorso dopo il rito di canonizzazione, Papa Pacelli pronuncia queste parole: “Tu in cui l’umiltà parve affratellarsi con la grandezza, l’austerità con la mansuetudine, la semplice pietà con la profonda dottrina; Tu, Pontefice della. Eucaristia e del catechismo, della fede integra e della fermezza impavida; volgi il tuo sguardo verso la Chiesa santa, che Tu tanto amasti e alla quale dedicasti il meglio dei tesori, che con mano prodiga la divina Bontà aveva deposto nell’animo Tuo”.

“Sull’esempio del Santo Pontefice Pio X, di cui oggi è la festa, vi invito ad andare incontro a Gesù Cristo con l’ascolto del suo Vangelo e con le opere buone. Lo Spirito Santo vi sostenga sul vostro cammino. (Papa Francesco, udienza generale del 21 agosto 2019)”

Pio X e l’opra di riforma della Chiesa

L’impronta riformatrice ha scandito fin dall’inizio il Pontificato di San Pio X. È quanto sottolinea Gianpaolo Romanato, già professore di Storia contemporanea all’Università di Padova e autore del libro pubblicato da Lindau e intitolato: “Pio X alle origini del cattolicesimo contemporaneo”.

R. – Molto probabilmente Pio X non prevedeva di essere eletto. Il cardinale favorito era il cardinale Rampolla. Ci furono il veto e alcuni episodi che capovolsero la situazione e portarono all’elezione di Pio X.

E tra l’altro, uno dei primi provvedimenti presi da Papa Pio X fu proprio l’abolizione del veto…

R. – Si, fu lui a volere la soppressione del diritto di veto delle potenze cattoliche sull’elezione del Pontefice. È da escludere che Pio X avesse un programma già formulato per il Pontificato. Il programma lo elaborò nei primi giorni e nei primi mesi. Fu un programma nettamente riformatore. Pio X proveniva dalla pastorale, era stato cappellano, parroco, vescovo a Mantova. Conosceva la periferia della Chiesa. Conosceva i bisogni della gente e sapeva che la Chiesa, chiusa la stagione del potere temporale, aveva bisogno di riforme sia di organizzazione interna sia di proposta teologica e di impostazione pastorale. Da questo deriva il disegno riformatore di Pio X.

Un Pontificato, quello di Pio X legato in particolare al catechismo, un testo breve con domande e risposte e un linguaggio chiaro…

R. – Tra le riforme promosse da Pio X – quella della Curia romana, la riforma del Codice di diritto canonico etc – quella che forse più ha inciso nella vita dei cattolici fu proprio il catechismo. Fino a Pio X, fino alla fine dell’Ottocento, non c’era un unico catechismo nella Chiesa. Ogni diocesi era libera di darsi una propria impostazione catechistica, ovviamente all’interno di un’unica fede. Però il linguaggio e il modo di esprimerla variava molto da diocesi a diocesi e da regione a regione. Pio X volle porre un freno a queste diversità ed anche per venire incontro ai problemi legati alla crescente mobilità umana. Quelli di Pio X sono gli anni della grande emigrazione. Aveva assistito all’emigrazione di tanti suoi parrocchiani verso il Sud America quando era vescovo a Mantova. E da Papa si preoccupò di dare a questa cattolicità, che cominciava anche ad essere in diaspora, un’unica e medesima visione catechistica. Il catechismo unico di Pio X nacque da queste esigenze. Fu pensato inizialmente, in via sperimentale, soltanto per la diocesi di Roma. Il catechismo ebbe un grande successo e, dopo alcuni anni, fu adottato su scala più ampia. Ha avuto una straordinaria efficacia anche per l’immediatezza pedagogica della fede presentata attraverso un dialogo con domande e risposte.

Quello tracciato nella Chiesa da Pio X è dunque un disegno riformatore. Il suo è anche uno sguardo innovativo su vari fronti. Nel 1905 crea il primo cardinale sudamericano della storia della Chiesa.

R. – Crea il primo porporato sudamericano. Si tratta del vescovo di Rio de Janeiro. Il Sudamerica, che oggi ‘è arrivato al Pontificato’ con Papa Francesco, ha fatto il proprio esordio ai vertici della Chiesa negli anni di Pio X.

Papa Pio X è stato un attento osservatore della società. Per esempio, si è espresso sullo sport, sulla ginnastica…

R. – La ginnastica alla fine dell’Ottocento è stata una delle prime grandi manifestazioni sportive. Pio X incoraggiò la ginnastica ed anche esibizioni con corpi seminudi che scandalizzavano molto i prelati vaticani. Pio X non ebbe invece nessuna remora incoraggiando la ginnastica come un’attività ludica che potevano essere di giovamento anche alla vita cristiana.

Pio X muore nel 1914 in un tempo segnato dallo scoppio della prima guerra mondiale. Quale è la sua eredità?

R. – Pio X è un Papa riformatore della Chiesa. Il suo sguardo era rivolto all’interno della Chiesa. L’eredità di Pio X è quella di una Chiesa libera dagli asservimenti nei confronti della grande politica e dagli interessi delle grandi potenze. Dopo la morte di Pio X, la Chiesa e il suo successore Benedetto XV possono guardare con massima libertà al conflitto in atto ponendosi al di sopra delle parti. Tutti gli interventi di Benedetto XV, dalla sua elezione in avanti, sono quelli di un Pontefice che si sente totalmente sganciato da interessi politici. E vede la tragedia di una vicenda che sarebbe stata una sconfitta per tutti, indipendentemente da chi avesse vinto o perduto.

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