Rientrata in Pakistan l’ex premier Benazir Bhutto

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Dopo 8 anni di esilio volontario negli Emirati Arabi e nel Regno Unito, è rientrata in Pakistan l’ex primo ministro, Benazir Bhutto. All’arrivo, a Karachi, è stata accolta da oltre 250 mila persone. Nella città pakistana, presidiata da più di 20 mila agenti, lo stato di allerta è alto perché si temono attentati da parte di miliziani di Al Qaeda. Per il Pakistan si tratta, secondo gli analisti, di un rientro che può determinare un nuovo assetto politico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Benazir Bhutto ha promesso di riportare la democrazia nel Paese governato dal generale Pervez Musharraf, confermato come presidente dopo le elezioni dello scorso 6 ottobre. Ha anche detto che il suo rimpatrio è “una svolta” dalla dittatura militare alla democrazia. Ma la cornice politica del rientro dell’ex primo ministro è comunque diversa da quella del 1986, quando tornò dall’esilio per sfidare il generale Zia ul Haq. Dopo la morte di quest’ultimo nel 1988, la Bhutto divenne la prima donna alla guida di un governo nel mondo musulmano. L’ex premier lasciò poi il Pakistan nel 1999 per sfuggire a procedimenti penali per accuse di corruzione.

Benazir Bhutto

Siglato un accordo di riconciliazione

Oggi si presenta, invece, come potenziale alleata del presidente Musharraf, che le ha assicurato la cancellazione di tutte le accuse. Prima del suo rientro, è stato inoltre siglato un accordo di riconciliazione: questa intesa, secondo gli osservatori, potrebbe essere il preludio di una spartizione dei poteri dopo le elezioni parlamentari di gennaio. Diversi analisti considerano molto probabile la nomina della Bhutto a premier. Per quanto riguarda il generale Musharraf, si deve attendere il pronunciamento della Corte suprema sulla legittimità della sua elezione.

Non esclusa imposizione della legge marziale

L’opposizione ha fatto ricorso perchè, secondo la Costituzione pakistana, un militare non può candidarsi alla presidenza. Al momento, non si sa quando verrà emessa la sentenza. Musharraf non ha escluso l’imposizione della legge marziale nel caso gli fosse sfavorevole il verdetto. La Corte suprema ha reso noto, infine, che sta esaminando anche la legalità dell’amnistia che ha spianato la strada al ritorno dell’ex primo ministro Bhutto.

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