Sforzi per garantire il diritto allo studio in Iraq

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq è di almeno 22 morti il bilancio, ancora provvisorio, di un duplice attentato avvenuto a Baji, nella provincia centrosettentrionale di Salaheddin. Gli attacchi avevano come obiettivi il capo della polizia e uno sceicco, entrambi impegnati nella lotta contro il terrorismo. Una bomba è esplosa inoltre in una piazza centrale di Baghdad provocando la morte di almeno 5 persone. Nel Paese arabo, devastato da continui attacchi, non mancano comunque segnali di speranza: è stato garantito infatti il ritorno a scuola ad oltre 6 milioni di bambini. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Fornire un’istruzione di qualità e garantire il diritto allo studio sono, probabilmente, i migliori investimenti per un Paese, soprattutto per uno Stato come l’Iraq. Per questo, è particolarmente significativo l’annuncio dato dall’UNICEF: oltre 6 milioni di bambini iracheni, potranno tornare a scuola. Si tratta di bambini che da oltre un anno non frequentavano le lezioni per motivi di sicurezza. I problemi da affrontare sono molteplici. Tra questi la dispersione scolastica che, negli ultimi anni, è ulteriormente aumentata a causa del clima di insicurezza e dei ripetuti attentati contro insegnanti ed edifici scolastici.

Da garantire anche il supporto psico-sociale

Ai docenti è stata impartita, inoltre, una speciale formazione per garantire supporto psico-sociale di base ai tanti alunni con sintomi di ansia e smarrimento. Gli esiti di questi sforzi per il momento non sono ancora soddisfacenti ma comunque incoraggianti: secondo le cifre del Ministero dell’istruzione iracheno, nel 2007 solamente il 40 per cento degli studenti delle superiori ha superato gli esami di maturità alla prima sessione, rispetto al 60 per cento dell’anno precedente. Commentando l’attuale situazione del sistema educativo iracheno, il responsabile dell’UNICEF per il Paese arabo ha affermato che ogni singolo esame portato a compimento deve essere considerato “un successo per i bambini e i ragazzi iracheni”.

Da estendere l’accesso all’istruzione

Bambini e ragazzi “che hanno dovuto spesso correre “rischi inaccettabili” per frequentare le lezioni. Le scuole irachene – ha aggiunto – hanno urgente bisogno di aiuto sia per espandere l’accesso all’istruzione, sia per migliorare la qualità dell’insegnamento. Giovani istruiti correttamente – ha sottolineato infine il responsabile UNICEF per l’Iraq – sono un’opportunità per conquistare un futuro di pace e sicurezza.

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