Tensione nella Repubblica Democratica del Congo

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La Repubblica Democratica del Congo, Paese in cerca di una normalizzazione democratica e di un vero processo di sviluppo, ha vissuto nuovi momenti di tensione: diverse manifestazioni promosse dall’opposizione per protestare contro l’attuale governo provvisorio sono state represse nel sangue. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Nella Repubblica democratica del Congo, uno dei Paesi più estesi del Continente africano, le manifestazioni organizzate ieri dall’opposizione per protestare contro il rinvio delle elezioni e la proroga concessa alle istituzioni transitorie, hanno avuto un drammatico epilogo: l’intervento della polizia ha causato la morte di almeno 10 persone, tra le quali un bambino.

Elezioni rinviate al 2006

Le elezioni si sarebbero dovute tenere ieri, nel giorno del 45.mo anniversario dell’indipendenza del Paese africano dal Belgio, ma il Parlamento di Kinshasa le ha rinviate al 20 marzo del 2006. L’altro fattore di tensione è dovuto al prolungamento del periodo di transizione iniziato nel 2003 dopo gli accordi di pace siglati nel 2002 a Pretoria tra il governo e i gruppi ribelli.

Instabilità perdurante

L’attuale instabilità è frutto di una storia tormentata: nel 1997 termina la trentennale dittatura di Mobutu e sale al potere Laurent Desiré Kabila, padre dell’attuale presidente congoloese. Ma nel 1998 inizia una sanguinosa guerra tra ribelli di etnia Tutsi fiancheggiati da soldati ruandesi, e le forze di Kabila, appoggiate dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe. Sul suolo congolese si contrappongono, quindi, gli eserciti di sei Paesi ed il conflitto, definito la “prima guerra mondiale africana”, provoca la morte di almeno 350 mila persone.

Speranza di vita è di circa 50 anni

Sono inoltre 2 milioni e mezzo le vittime causate da malattie e carestie, determinate dal conflitto. Dopo il processo di pace e gli accordi di Pretoria viene formato, il 30 giugno del 2003, un governo provvisorio. Ma negli ultimi due anni la situazione del Paese non ha fatto registrare progressi: per gli oltre 56 milioni di abitanti la speranza di vita è di circa 50 anni e i morti per il virus dell’AIDS sono ogni anno almeno 100 mila. Analizzando lo scenario socio politico congolese, i presuli della Conferenza episcopale dello Stato africano hanno individuato in un documento, pubblicato recentemente, diversi nodi critici: tra questi, la lentezza del processo di disarmo degli ex ribelli, la mancanza di fiducia della popolazione verso il governo e la dilagante cultura dell’impunità.

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