Il pensiero del Papa al popolo ucraino che soffre per una guerra crudele

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Al termine dell’udienza generale, Francesco ha portato nuovamente l’attenzione dei fedeli alle ferite del conflitto in corso nel cuore dell’Europa e ha invitato a pregare per quanti lasciano le loro case in cerca di un futuro migliore. Poi le parole di vicinanza – già espressa in un telegramma – anche per quanti sono stati colpiti dagli incendi e dalle esplosioni del 5 agosto scorso nella base petrolifera di Matanzas, a Cuba.

Dopo la catechesi di questo mercoledì in Aula Paolo VI Papa Francesco, rivolgendo il proprio saluto ai pellegrini di lingua italiana, ha ricordato il dramma del conflitto nel Paese dell’Est Europa e quanti attraversano regioni e tratti di mare, con rotte non esenti da gravi rischi, nella speranza di un futuro migliore. “Non è facile, essere costruttori di pace, sia nella famiglia, nella Chiesa, l’unità; ma dobbiamo farlo, perché è un bel lavoro”.

“Un pensiero – ha affermato il Papa – anche al popolo dell’Ucraina, che ancora soffre questa guerra così crudele. E anche, pregare per i migranti che stanno arrivando continuamente”. In Ucraina continua a salire il bilancio delle vittime a causa degli attacchi aerei russi. Gli ultimi raid, che hanno provocato la morte di almeno due civili, si registrano nel distretto di Nikopol. Dalla guerra, ma anche da altri contesti di povertà e violenza, continua intanto il flusso di migranti. Anche a loro ” che arrivano continuamente” va il pensiero di Francesco. Ricordiamo che,  solo durante la notte, solo a largo di Lampedusa tre imbarcazioni, con a bordo 41 persone, sono state intercettate dalla motovedetta della Guardia di Finanza.

Vicinanza alle persone colpite dall’incendio a Cuba

Ancora al termine della catechesi di oggi, Francesco, salutando i pellegrini di lingua spagnola, ha espresso la sua vicinanza a coloro che sono stati colpiti dalla tragedia causata dalle esplosioni e dagli incendi nella base petrolifera di Matanzas, a Cuba. “Chiediamo a nostra Madre, Regina del Cielo, di vegliare sulle vittime di questa tragedia e sulle loro famiglie. E che interceda per tutti noi presso il Signore, affinché possiamo testimoniare la fede e la speranza nella vita del mondo che verrà”. L’incendio divampato venerdì scorso, in una zona di stoccaggio di petrolio, ha causato almeno una vittima e numerosi feriti. Ed ha costretto all’evacuazione di migliaia di persone. Nei giorni scorsi il Pontefice, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Parolin inviato al vescovo di Holguín, presidente della Conferenza Episcopale di Cuba, monsignor Emilio Aranguren Echeverría, aveva assicurato “la sua vicinanza spirituale al popolo cubano e alle famiglie delle persone colpite”. Il Papa, si legge nel telegramma, “prega il Signore di dare la forza in questo momento di dolore e di sostenere il lavoro di spegnimento dell’incendio e le ricerche”.

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