Msf: carenze nei Centri di prima accoglienza

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo, in Sicilia, è una struttura inadeguata, spesso sovraffollata, in uno stato di deterioramento progressivo. Le condizioni sono sotto gli standard minimi ed è un luogo che non offre un’accoglienza dignitosa ai migranti. E’ quanto emerge dal rapporto di Medici senza frontiere (Msf) sui servizi di accoglienza all’interno del centro di Pozzallo. Il dossier è stato presentato oggi alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il team di Medici senza Frontiere ha riscontrato gravi lacune nel centro di Pozzallo. La tutela della salute – si legge nel rapporto – è minata dal sovraffollamento, dalle condizioni fatiscenti della struttura, e dal fatto che i servizi igienici spesso non funzionano. In molti casi non sono assicurati servizi obbligatori tra cui la distribuzione del kit di prima necessità e la fornitura di una scheda per comunicare con i familiari. La protratta permanenza e il divieto di uscire dal Centro, spesso in un contesto di promiscuità, sono poi all’origine di tensioni e di sofferenze non solo psicologiche.

Il rischio scabbia

Una delle più ricorrenti patologie riscontrate e non affrontata con idonei trattamenti, è la scabbia, una infezione cutanea contratta solitamente da molti migranti durante il loro passaggio in Libia. Il Centro di Pozzallo – si sottolinea nel dossier – non è una realtà isolata ma è una struttura rappresentativa del sistema di prima accoglienza in Italia e in Europa.

Migranti, serve risposta “strutturata”

Sulla base di questo studio, Medici senza frontiere chiede alle autorità italiane “di abbandonare l’approccio emergenziale e di sviluppare una risposta più strutturata per garantire condizioni di accoglienza e servizi adeguati”. Da gennaio 2015, quasi 12.500 persone sono arrivate nel porto di Pozzallo. Il team di Medici senza frontiere in Sicilia – composto da medici, infermieri, psicologi e mediatori culturali – ha supportato l’Azienda sanitaria provinciale nel prestare assistenza medica durante lo sbarco e il soggiorno nel Centro di primo soccorso e accoglienza.

Foto:

by Ggia, dust spots/scratches removed by Kim Hansen. Edges cropped due to scan. Further restoration improvements using masks by Ggia. [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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