Sicilia: braccianti rumene ridotte in schiavitù

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sfruttate due volte, come braccianti e come schiave sessuali. E’ il dramma che vivono in alcune serre nella provincia siciliana di Ragusa, nel totale isolamento, molte donne immigrate, in particolare rumene. Fra i primi a denunciare questo orrore, che riguarda soprattutto piccole aziende a conduzione familiare, è stato don Beniamino Sacco, parroco della Chiesa dello Spirito Santo di Vittoria. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Nelle campagne intorno a Ragusa lo sfruttamento lavorativo e sessuale per diverse lavoratrici immigrate, soprattutto rumene, si accompagna a condizioni estreme di promiscuità e di degrado. Molte di queste giovani braccianti vivono segregate in luoghi sperduti. Abitano, spesso anche con figli piccoli, in case fatiscenti o in magazzini in prossimità delle serre. Sono vittime da parte di alcuni datori di lavoro – in diversi casi titolari di piccole aziende agricole – di abusi psicologici e di ricatti sessuali. Don Beniamino Sacco, che ha ricevuto anche gravi minacce, è stato il primo a denunciare il fenomeno dei cosiddetti “festini agricoli”:

“Abbiamo un centro di accoglienza, qui in parrocchia, che da 25 anni è attento ai problemi dell’immigrazione. Siamo venuti a conoscenza da diversi anni del fatto che purtroppo nelle campagne si sono verificati questi festini agricoli, che erano un po’ il sollazzo di alcuni datori di lavoro, che invitavano anche gli amici a fare altrettanto con dei festini che si ripetevano. Questa è un po’ la situazione nel nostro territorio. Una situazione che, però, non deve essere considerata in modo estensivo, perché ci sono datori di lavoro che trattano le donne e gli uomini in modo dignitoso”.

Tratta di ragazze

Si teme che dietro questo drammatico fenomeno delle violenze nelle campagne, ci sia anche la tratta di ragazze per lo sfruttamento sessuale. Non sono da escludere forme di connivenza tra alcuni datori di lavoro e organizzazioni criminali….

“Ci sono organizzazioni che fanno paura, fanno paura in tutti i sensi. Molte volte queste ragazze sono costrette a finanziare questi gruppi loschi attraverso il loro corpo”.

Violenze e sfruttamento sessuale

Si stima che siano oltre 5000 le donne che lavorano nelle serre della provincia siciliana di Ragusa. Per alcune di loro, giovani migranti rumene, alle truffe su salari e ore di lavoro si aggiungono le violenze e lo sfruttamento sessuale. Numerosi anche i casi di aborti. La piccola cittadina di Vittoria, in proporzione, è tra i primi comuni d’Italia per il numero di richieste di interruzioni di gravidanza.

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