Mali: proteste contro la corruzione

Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews  In Mali si sono tenute nuove manifestazioni per protestare contro i risultati delle elezioni legislative di aprile e per chiedere le dimissioni del capo di Stato. Nel nord del Paese, intanto, è stato ucciso Abdelmalek Droukdel, considerato il leader di Al Qaeda nel Maghreb. L’analisi del professor Serra: “Un Paese vivisezionato da potenze straniere”.

Migliaia di persone hanno manifestato a Bamako, capitale del Mali, per chiedere le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keita. Il Paese africano, che sta affrontando una grave crisi economica e sociale, è uno dei più poveri al mondo. I dimostranti hanno chiesto che sia arginato il dramma della corruzione e che venga rilasciato Soumaïla Cissé, leader dell’opposizione, rapito lo scorso 25 marzo insieme ad altre persone della sua delegazione durante la campagna elettorale in una regione centrale del Mali dove sono molto attivi gruppi di militanti jihadisti. Anche il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, ha chiesto che sia liberato Cissé. Il suo rapimento  – ha scritto il porporato in un messaggio diffuso lo scorso 19 maggio – non può lasciare indifferenti. I risultati delle elezioni legislative, vinte dal partito del presidente Ibrahim Boubacar Keita,  sono stati contestati dall’opposizione.

Ucciso l’uomo considerato il capo di Al Qaeda in Maghreb

Sempre in Mali, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria a causa del coronavirus, le forze armate francesi hanno ucciso Abdelmalek Droukdel, considerato il leader di Al Qaeda nel Maghreb. Lo ha reso noto il ministro della Difesa francese, Florence Parly, aggiungendo che l’operazione è avvenuta lo scorso 3 giugno nel nord del Paese africano. Il ministro francese ha inoltre dichiarato che le operazioni contro lo Stato islamico proseguono anche nella regione nel Grande Sahara.

Un popolo martoriato

Il Mali è un Paese “vivisezionato da potenze straniere” e da interessi estranei da quelli nazionali. È quanto sottolinea il professor Luigi Serra, già titolare della cattedra di Lingua e Letteratura Berbera all’Università “L’Orientale” di Napoli, aggiungendo che quella in Mali è una situazione gravissima che affligge, oggi più che in passato, la povera gente.

Quello maliano, spiega il professor Serra, è un popolo martoriato che invoca giustamente le dimissioni del presidente. L’uccisione di Abdelmalek Droukdel è una notizia, sottolinea, che ha un valore per la lotta della Francia contro il terrorismo. Se fosse stato un maliano o un altro esponente delle genti d’Africa ad uccidere Abdelmalek Droukdel, “la notizia avrebbe acquistato un valore diverso”.

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