La riconciliazione: momento di grazia e di tenerezza divina
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews. In questi anni di Pontificato, nel giorno successivo al Mercoledì delle Ceneri Papa Francesco incontrando i sacerdoti della diocesi di Roma, si è soffermato sul Sacramento della Riconciliazione e sul significato del perdono, “non frutto dei nostri sforzi”, ma “un dono dello Spirito Santo”.
La liturgia penitenziale di inizio Quaresima, riservata al clero della diocesi di Roma, viene celebrata il giorno successivo al Mercoledì delle Ceneri. Il Papa, solitamente, confessa alcuni sacerdoti ed è un’occasione per riflettere sul significato della confessione e del perdono. Quest’anno l’appuntamento ha avuto un cambio di programma perché, a causa di una lieve indisposizione, il Santo Padre ha deciso di non recarsi in Laterano. Ma restano nel cuore intense riflessioni che si sono succedute nel corso del Pontificato. Lo scorso anno, il 7 marzo 2019, incontrando i sacerdoti nella Basilica lateranense, il Papa si è soffermato sulla “grazia straordinaria” della Riconciliazione:
“Sento nel cuore una grande pace, ora che ognuno di noi ha ricevuto la misericordia di Dio e l’ha donata agli altri, suoi fratelli. Viviamo questo momento per quello che è realmente, come una grazia straordinaria, un miracolo permanente della tenerezza divina, nel quale ancora una volta la Riconciliazione di Dio, sorella del Battesimo, ci commuove, ci lava con le lacrime, ci rigenera, ci restituisce l’originaria bellezza. (Incontro con il clero, 7 marzo 2019)”.
Non stancarsi di perdonare
Il perdono non può disgiungersi dal “ministero dell’ascolto”. Incontrando i parroci nella Basilica di San Giovanni in Laterano il 15 febbraio 2018, il Pontefice ha ricordato l’importanza della “pastorale dell’orecchio”. Rispondendo ad una domanda sui frutti del ministero sacerdotale nell’età della piena maturità, il Papa ha esortato a non stancarsi i di perdonare.
“Non stancarsi di perdonare. Il sacramento della Riconciliazione a questa età è uno dei ministeri più belli che si possono fare… I padri anziani, che conoscono la vita, sono vicini alle miserie umane, vicini ai dolori. Non parlano troppo, ma forse, con lo sguardo, con una carezza, con il sorriso, con una parola, fanno tanto bene. Si può ascoltare tanto, tanta gente che ha bisogno di parlare della propria vita, di dire… Ascoltare. Il tempo di fare i ministero dell’ascolto. La pastorale dell’orecchio. E oggi la gente ha bisogno di essere ascoltata. (Incontro con i parroci di Roma, 15 febbraio 2018)”.
Perdono e preghiera
Il perdono è anche legato alla preghiera. Papa Francesco, incontrando il 2 marzo del 2017 i parroci della diocesi di Roma, ha sottolineato che Dio ci chiede sempre di pregare.
“Il Signore ci chiede di pregare sempre, con insistenza; ci associa alla sua preghiera, ci fa domandare di “non cadere in tentazione e di essere liberati dal male”, perché la nostra carne è debole; ci rivela anche che ci sono demoni che non si vincono se non con la preghiera e la penitenza e, in certe cose, ci rivela che Egli prega in modo speciale. (Incontro con i parroci della Diocesi di Roma, 2 marzo 2017)”.
Andare oltre le parole
Anche i gesti, non solo le parole, possono rivelarsi una richiesta di perdono. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, in occasione dell’incontro con i presbiteri romani per l’inizio di Quaresima l’11 febbraio 2016, il Pontefice ha spiegato che occorre essere “generosi nel perdono e anche capire i diversi linguaggi della gente”. C’è il linguaggio delle parole, ma anche “il linguaggio dei gesti”.
“Quando una persona viene al confessionale, è perché sente qualcosa che non sta bene, vorrebbe cambiare o chiedere perdono, ma non sa come dirlo e diventa muto. ‘Se non parli non posso darti l’assoluzione’. No. Ha parlato con il gesto di venire e quando una persona viene è perché non vuole, non vorrebbe fare lo stesso un’altra volta”. (Incontro con i parroci della Diocesi di Roma, 11 febbraio 2016)”.
Misericordia e Riconciliazione
Nel 2015 durante il tradizionale incontro con i parroci, avvenuto il 19 febbraio, il Papa ha affrontato il tema dell’Ars celebrandi. La relazione tra misericordia e Riconciliazione è stata, infine, al centro dell’incontro, il 6 marzo del 2014, nell’Aula Paolo VI.
“Il prete dimostra viscere di misericordia nell’amministrare il sacramento della Riconciliazione; lo dimostra in tutto il suo atteggiamento, nel modo di accogliere, di ascoltare, di consigliare, di assolvere… Ma questo deriva da come lui stesso vive il sacramento in prima persona, da come si lascia abbracciare da Dio Padre nella Confessione, e rimane dentro questo abbraccio… Se uno vive questo su di sé, nel proprio cuore, può anche donarlo agli altri nel ministero. (Incontro con i parroci di Roma, 6 marzo 2014)”.