In Vaticano il congresso “Uguali alla nascita? Una responsabilità globale”
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Durante il convegno sono stati affrontati temi legati alla “bioetica globale”, tra cui quelli della salute materna e infantile.
Il congresso internazionale “Uguali alla nascita? Una responsabilità globale”, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, oltre a porre una domanda centrale indica una direzione imprescindibile nella bioetica: quella dell’assunzione di responsabilità da parte degli Stati e di ogni essere umano. Nonostante le disuguaglianze economiche, negli ultimi anni – è stato ricordato durante il convegno che si tiene in Vaticano – sono stati compiuti importanti passi per tutelare la salute materna e infantile.
Raggiunti gli obiettivi del millennio
Il prof. Carlo Hanau, docente di Statistica sanitaria, durante il suo intervento ha sottolineato che gli Obiettivi del millennio sui tassi di mortalità sotto i 5 anni sono stati quasi raggiunti: si è passati da 12,6 milioni di morti sotto i 5 anni nel 1990 a 5,6 nel 2016. Si è ridotto, negli ultimi anni, anche il tasso di mortalità neonatale, che scende da 5,1 a 2,6 milioni. Sono stati fissati i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile dal 2015 al 2030. Anche per questo arco temporale – ha detto il prof. Carlo Hanau – deve essere garantito un adeguato livello di finanziamenti da parte della comunità internazionale.
Migranti e salute infantile
Un fenomeno strettamente correlato alla salute materna e infantile è quello flussi migratori. Mons. Robert Vitillo, segretario generale della Commissione internazionale cattolica delle migrazioni, ha ricordato che la vita va tutelata in tutte le sue fasi.
Bioetica globale
Il congresso è centrato sulla prospettiva della “Bioetica Globale” (Global Bioethics – A Global Responsibility). Un’etica della persona e delle persone che è anche, necessariamente, etica della responsabilità per l’ambiente nel quale gli esseri umani vivono e che consegneranno alle generazioni future. “L’essere umano è una creatura di questo mondo” – scrive Papa Francesco nella Laudato si’ – e per questo “non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone”.