Il Papa: accogliere la vita anche quando richiede un amore eroico

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews  Salutando i fedeli polacchi all’udienza generale, Francesco è tornato a parlare della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale rispettando in particolare i più fragili e indifesi. In Polonia, intanto, proseguono le proteste dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha definito incostituzionale l’aborto eugenetico.

Durante l’udienza generale, nei saluti ai pellegrini polacchi, Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello in difesa della vita. Il Pontefice ha esortato a pregare affinché Dio susciti “nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi”:

“Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Il 22 ottobre scorso abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, in questo anno centenario della sua nascita. Egli ha sempre esortato ad un amore privilegiato per gli ultimi e gli indifesi e per la tutela di ogni essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale. Per intercessione di Maria Santissima e del Santo Pontefice polacco, chiedo a Dio di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico”.

Le proteste in Polonia sulla questione dell’aborto

In questi giorni, in Polonia, si stanno svolgendo manifestazioni di protesta contro la sentenza della Corte Costituzionale, il 22 ottobre scorso, che ha dichiarato l’aborto eugenetico non compatibile con la Costituzione. La decisione ha innescato dure reazioni e anche atti di violenza con manifestazioni organizzate nonostante i divieti e i  limiti di assembramento legati alla lotta contro il Covid 19. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha chiesto oggi anche l’intervento dell’esercito annunciando una dura risposta “ad atti di barbarie, vandalismo e alle aggressioni”.

La decisione della Corte Costituzionale

La sentenza della Corte costituzionale polacca ha stabilito che l’interruzione volontaria della gravidanza per gravi malformazioni fetali viola la Costituzione. La decisione è arrivata in risposta ad un ricorso presentato nel 2019 da 119 deputati. I giudici hanno accolto il ricorso e sancito l’incostituzionalità della norma. Il presidente della Conferenza episcopale polacca, monsignor Stanisław Gądecki, ha sottolineato che questa decisione difende la vita: si conferma che “il concetto di ‘vita non degna di essere vissuta’ è in netta contraddizione con il principio di uno Stato democratico governato dalla legge”. In Polonia l’aborto è consentito solo nei casi di grave pericolo di vita per la madre e di violenza sessuale.

Atti di violenza davanti alle chiese

La sentenza della Corte Costituzionale ha scatenato in varie città della Polonia proteste anche davanti alle chiese. Domenica scorsa, in alcune parrocchie, è stato impedito ai fedeli di pregare e di partecipare all’Eucaristia. Monsignor Gądecki, ha ricordato che la posizione della Chiesa sul diritto alla vita è rimasta immutata: “la scelta deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita – ha dichiarato il presule citando l’Enciclica di Giovanni Paolo II “Evangelium vitae” – è sempre cattiva dal punto di vista morale e non può mai essere lecita né come fine, né come mezzo per un fine buono”.

Gratitudine dei vescovi al Papa

In questo clima di forte tensione che ha scosso la Polonia, si è svolta oggi la riunione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale polacca. I vescovi hanno espresso la loro gratitudine per le parole di Papa Francesco che stamani, dopo la catechesi, ha esortato a pregare affinché venga tutelata la vita di tutti, “specialmente dei più fragili e indifesi”. Il Pontefice ha anche ricordato San Giovanni Paolo II e i suoi appelli “per la tutela di ogni essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale”.

La Chiesa sarà sempre dalla parte della vita

Nel comunicato finale, la Conferenza episcopale polacca, sottolineando la necessità di proteggere “le madri e le famiglie che accolgono e crescono bambini malati”, mette in luce “il grande dolore” per l’escalation delle proteste, anche per “il linguaggio volgare usato da alcuni manifestanti”, per “la devastazione di chiese, la profanazione di luoghi sacri o l’impedimento a svolgere in essi la liturgia”. Fatti che vengono definiti “inquietanti”. La richiesta è di avviare un dialogo sociale rispettoso nel quale ognuno possa esprimere la propria opinione “senza l’uso della violenza”. “Facciamo appello a parrocchie, movimenti cattolici e altre organizzazioni ecclesiali affinché intraprendano iniziative concrete per andare incontro a coloro che hanno bisogno e avranno bisogno di tale aiuto, sia individuale che istituzionale. La Chiesa – sottolineano i vescovi – sarà sempre dalla parte della vita e sosterrà iniziative che la proteggano”.

Cercare vie d’uscita

“In questo drammatico momento – scrivono i presuli – chiediamo ai politici e a tutti i partecipanti al dibattito sociale di analizzare a fondo le cause della situazione che si è venuta a creare e a cercare vie d’uscita nello spirito della verità e del bene comune, senza strumentalizzare le questioni della fede e la Chiesa”. Poi il ringraziamento per i sacerdoti, i fedeli laici “che difendono con coraggio le loro chiese” ma anche le forze dell’ordine. “La Chiesa vuole rimanere aperta a tutti, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale e politica”. Ricordando il momento difficile del Paese legato al coronavirus, i vescovi fanno appello “alla solidarietà” e al rispetto delle norme anti-Covid, esprimendo la gratitudine a tutto il personale sanitario. Infine l’invito a “digiunare, fare elemosine e pregare per la pace sociale, con le intenzioni di difendere la vita, porre fine alla crisi in corso e allo sviluppo della pandemia”.

Proteste e preghiere

In molte chiese oggi in Polonia è stato impedito ai credenti di pregare. Ed è stato tolto loro, con la forza, il diritto di professare la fede. È quanto sottolinea a Vatican News monsignor Artur Miziński, segretario generale della Conferenza episcopale polacca, aggiungendo che nelle chiese in Polonia si reciterà una speciale preghiera a Dio per intercessione di Maria e di San Giovanni Paolo II.

R. – Oggi si è svolta la riunione del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Polacca. I vescovi esprimono la loro gratitudine per le parole di Papa Francesco che, durante l’odierna udienza generale, ha ricordato ai polacchi gli insegnamenti della Chiesa e che la vita dell’uomo è dal concepimento fino alla morte naturale. Ringraziamo il Santo Padre che ha pronunciato parole molto importanti: “Per intercessione di Maria Santissima e del Santo Pontefice polacco, chiedo a Dio di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico”. Allo stesso tempo, vorrei far presente che l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, in un comunicato di pochi giorni fa aveva ricordato che la posizione della Chiesa cattolica sul diritto alla vita è immutabile e pubblicamente nota. Ha anche sottolineato ciò che ha scritto San Giovanni Paolo II nell’ Evangelium Vitae: “Niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bambino o adulto, vecchio, ammalato incurabile o agonizzante (…) Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo”.

In Polonia si respira un clima di forte tensione. Ci sono stati anche atti di violenza davanti alle chiese…

R. – A causa degli atti di profanazione nelle chiese che si sono verificati domenica scorsa in Polonia, il presidente dell’Episcopato ha espresso la propria tristezza. In molte chiese inoltre ai credenti è stato impedito oggi di pregare ed è stato tolto con la forza il diritto di professare la propria fede. D’ora in poi, nelle chiese in Polonia si reciterà una speciale preghiera nella quale verranno accolti tristezze e problemi. Una preghiera di affidamento a Dio, per intercessione di Maria e di San Giovanni Paolo II.

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