Continua catena di odio in Iraq

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Non si interrompe la catena di odio in Iraq. Dopo l’esplosione di una bomba a Ramadi, che ieri ha causato la morte di 6 persone e cinque feriti, anche oggi il Paese arabo è stato teatro di un ennesimo episodio di violenza. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

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Tre poliziotti iracheni sono stati uccisi e tre feriti da sconosciuti che, stamani, hanno aperto il fuoco e lanciato una granata nella loro direzione. L’episodio – riferisce l’emittente televisiva araba Al Jazeera – è avvenuto a Baquba, a Nord della capitale Baghdad. Sul versante politico, si deve registrare la prevista visita questa sera, a Mosca, del cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, che sarà incentrata anche sull’Iraq. E per garantire una migliore cornice di sicurezza nel Paese arabo, la Corea del Sud ha annunciato che invierà un contingente di oltre 3.000 soldati. I militari dello Stato asiatico saranno dislocati in una delle due nuove basi proposte dagli Stati Uniti, Arbil o Sulaimaniya, città della regione autonoma dei Curdi, non lontano dal confine con l’Iran.

La  Nuova Zelanda ritirerà il proprio contingente dall’Iraq

Il premier neozelandese, Helen Clark, ha invece dichiarato che la Nuova Zelanda ritirerà dal Paese arabo il suo  contingente di 61 genieri dell’esercito nel mese di settembre, quando sarà conclusa la loro missione. Gli Stati Uniti hanno intanto diffuso, oggi, documenti che dimostrerebbero – in risposta alla tesi della presunta indifferenza dell’amministrazione americana sugli allarmi precedenti l’11 settembre –  come una settimana prima dell’attacco alle Torri gemelle, il presidente statunitense, George Bush, abbia richiesto piani di azione militare contro Al Qaeda.

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