Cattolici e politica: 100 anni fa l’appello di don Sturzo, “magna carta” per un impegno nuovo
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Presentato a Roma il convegno internazionale che si terrà a giugno a Caltagirone in occasione del centenario dell’appello di don Luigi Sturzo “ai liberi e forti”. Intervista a Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo.
È il 18 gennaio del 1919. Il sacerdote siciliano don Luigi Sturzo lancia uno storico appello. È rivolto a tutti gli uomini liberi e forti, “a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano internazionalismo”. Sono passati 100 anni da quell’appello che portò anche alla nascita del Partito Popolare Italiano, di ispirazione cristiana ma non confessionale. Con l’intento di valorizzare e attualizzare l’eredità del pensiero sturziano, si terrà a Caltagirone, dal 14 al 16 giugno prossimi, il convegno internazionale incentrato sul tema “L’Attualità di un impegno nuovo”. Il convegno, presentato oggi a Roma nella sede dell’Istituto “Luigi Sturzo”, è organizzato da un comitato scientifico composto, tra gli altri da Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) e della Fondazione “Casa Museo Sturzo”.
Un appello attuale e attuabile
A VaticanNews, Salvatore Martinez sottolinea che dopo 100 anni l’appello di don Sturzo è ancora attuale: “a destra e a sinistra e da più parti si cerca di renderlo, oltre che comprensibile, anche un riferimento di un nuovo impegno dei cattolici”. L’appello “si fonda su un principio essenziale”: è possibile essere laici cristiani e “dare credito allo spirito evangelico che fa dell’amore per il prossimo e del bene comune la cifra dell’umanesimo cristiano”. L’appello, aggiunge Martinez, è certamente attuale. Il fatto che sia attuabile è “la grande sfida” lanciata “alla coscienza sociale, alla coscienza dei cristiani oggi”.
Una bandiera morale
“Ci presentiamo nella vita politica – si legge nell’appello lanciato nel 1919 da don Sturzo – con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii del cristianesimo”. Quella bandiera anche oggi è un riferimento fondamentale per i cattolici impegnati in politica. Don Sturzo, spiega Martinez, era solito dire che “cristiano è il calore della moralità pubblica nella vita sociale e nella vita politica”. E questa moralità si esprime “attraverso la legge dell’amore”: “l’amore come esigenza di giustizia e di fraternità umana e come presupposto e vincolo sociale di fraternità”. I cristiani ereditano, attraverso questo appello, quanto “da 2000 anni propone l’umanesimo cristiano”. Si tratta di riavere fiducia, sottolinea inoltre Martinez, “in questo idealismo cristiano che può essere ancora oggi spendibile”.
Prima di un partito serve un movimento cattolico
Salvatore Martinez ricorda inoltre che don Sturzo non era molto favorevole all’idea di un partito unico. Pensava invece ad una “trasversalità” dei cattolici in politica. I dodici punti programmatici presenti nell’appello “indicano questa possibilità”. Ed oggi questo modello trasversale “appare ancora più evidente e plausibile dal momento che non esiste una formazione unica che raccolga i cristiani. Oggi, ancora prima che un partito, bisognerebbe “rifare il movimento cattolico” che abbia a cuore “un programma politico cristianamente ispirato e capace di dialogare con tutti”.
12 punti da rileggere
I dodici punti programmatici, presenti nell’appello di don Sturzo, sono interconnessi: “il concetto di sussidiarietà, la famiglia, il magistero spirituale della Chiesa, la dimensione internazionale, il lavoro, la scuola, la sanità” e tutti i punti rimandano alla vita dei nostri giorni. Per questa ragione – osserva Martinez – abbiamo deciso di organizzare un convegno a Caltagirone dal 14 al 16 giugno per rileggere questi punti programmatici”. Saranno 12 tavoli tematici nei quali confluiranno esperti e rappresentanti di associazioni, movimenti, fondazioni e Università. Lo scopo non è “fare un nuovo partito”, realizzare “un nuovo manifesto dei cattolici impegnati in politica”, ma ritessere “un dialogo culturale e sociale”. C’è bisogno, conclude Martinez, di un momento pre-politico di ispirazione cristiana che poi determini un impegno dei cristiani.