Il Papa all’Università cattolica

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“L’Università Cattolica è chiamata ad essere luogo in cui prende forma di eccellenza quell’apertura al sapere, quella passione per la verità, quell’interesse per la storia dell’uomo che caratterizzano l’autentica spiritualità cristiana”. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI ricevendo stamani, nell’aula Paolo VI, dirigenti, docenti e studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fondata 90 anni fa su iniziativa dell’Istituto Giuseppe Toniolo per felice intuizione di padre Agostino Gemelli.

Fede e cultura connesse

Porsi in atteggiamento di chiusura o di distacco di fronte alla proposta della fede – ha aggiunto il Papa – “significa dimenticare che essa è stata lungo la storia, e lo è tuttora, fermento di cultura e luce per l’intelligenza”. Il servizio di Amedeo Lomonaco

Fede e cultura sono indissolubilmente connesse. Ma l’accento posto nel nostro tempo, segnato da rapide trasformazioni, sulle discipline “produttive” di ambito tecnologico ed economico accompagna la tendenza “a ridurre l’orizzonte umano al livello di ciò che è misurabile”. Il sapere umanistico, ha osservato Benedetto XVI, sembra invece colpito da “un progressivo logoramento” e la cultura contemporanea tende “a confinare la religione fuori dagli spazi della razionalità”:

“Nella misura in cui le scienze empiriche monopolizzano i territori della ragione, non sembra esserci più spazio per le ragioni del credere, per cui la dimensione religiosa viene relegata nella sfera dell’opinabile e del privato”.

Scuola di humanitas

Ma anche in questo “tornante storico” l’Università cattolica è “scuola di humanitas”, nella quale si coltiva un “sapere vitale” e si trasmettono “conoscenze e competenze di valore”. La prospettiva cristiana – aggiunge il Papa – “non si contrappone al sapere scientifico e alle conquiste dell’ingegno umano”. Ma al contrario, considera la fede quale “orizzonte di senso, via alla verità piena, guida di autentico sviluppo”:

“Senza orientamento alla verità, senza un atteggiamento di ricerca umile e ardita, ogni cultura si sfalda, decade nel relativismo e si perde nell’effimero. Sottratta invece alla morsa di un riduzionismo che la mortifica e la circoscrive può aprirsi ad un’interpretazione veramente illuminata del reale, svolgendo così un autentico servizio alla vita”.

La questione di Dio non è un’investigazione astratta

Unendo “l’audacia della ricerca e la pazienza della maturazione”, l’orizzonte teologico può e deve valorizzare tutte le risorse della ragione. La questione di Dio – ricorda il Papa – “non è un’investigazione astratta”, avulsa dalla realtà del quotidiano ma è “la domanda cruciale da cui dipende radicalmente la scoperta del senso del mondo e della vita”:

“Il sapere della fede quindi illumina la ricerca dell’uomo, la interpreta umanizzandola, la integra in progetti di bene, strappandola alla tentazione del pensiero calcolatore, che strumentalizza il sapere e fa delle scoperte scientifiche mezzi di potere e di asservimento dell’uomo”.

Passione autentica per l’uomo

“L’orizzonte che anima il lavoro universitario – ha proseguito il Pontefice – può e deve essere la passione autentica per l’uomo. Solo nel servizio all’uomo la scienza si svolge come vera coltivazione e custodia dell’universo”:

“E servire l’uomo è fare la verità nella carità, è amare la vita, rispettarla sempre, a cominciare dalle situazioni in cui essa è più fragile e indifesa. È questo un nostro compito, specialmente nei tempi di crisi: la storia della cultura mostra come la dignità dell’uomo sia stata riconosciuta veramente nella sua integralità alla luce della fede cristiana”.

Ruolo cruciale dei docenti

I giovani universitari della “Cattolica” – sottolinea il Papa – sono la dimostrazione vivente “di quel carattere che cambia la vita e salva il mondo”, con i problemi e le speranze, gli interrogativi e le certezze che “il desiderio di una vita migliore genera e la preghiera alimenta”. E salutando studenti, personale e professori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – che prima dell’udienza hanno partecipato alla Santa Messa presieduta nella Basilica di San Pietro dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi – Benedetto XVI si sofferma infine sui tratti fondamentali del “ruolo decisivo” dei docenti:

“Mostrare come la fede cristiana sia fermento di cultura e luce per l’intelligenza, stimolo a svilupparne tutte le potenzialità positive, per il bene autentico dell’uomo. Ciò che la ragione scorge, la fede illumina e manifesta. La contemplazione dell’opera di Dio dischiude al sapere l’esigenza dell’investigazione razionale, sistematica e critica”.

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