Al via la campagna di vaccinazione anti-Covid nella Città del Vaticano

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews È prevedibile che i vaccini possano arrivare nello Stato nella seconda settimana di gennaio, in una quantità sufficiente a coprire il fabbisogno della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.

Prenderà il via, nei prossimi giorni, la campagna di vaccinazione nella Città del Vaticano. “La somministrazione del vaccino – si legge in un comunicato della Direzione Sanità ed Igiene del Governatorato – dovrebbe iniziare nella seconda metà di gennaio”. E sarà pianificata “secondo i criteri di selezione delle categorie maggiormente esposte al contagio e secondo le adesioni volontarie”. “La priorità sarà data al personale sanitario e di pubblica sicurezza, agli anziani ed al personale più frequentemente a contatto con il pubblico”.

“Le dosi – precisa il comunicato – saranno somministrate nell’atrio dell’Aula Paolo VI, da personale medico e infermieristico qualificato della Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, sempre in linea con le raccomandazioni sanitarie per la pandemia”. Per conservare le dosi di vaccino è stato acquistato un “ultra low temperature refrigerator”.

Vaccino, BioNTech: servono più dosi, da soli non ce la facciamo

L’azienda farmaceutica tedesca, che produce il vaccino con la Pfizer, chiede che vengano subito approvati altri farmaci per garantire l’immunizzazione dell’intera popolazione europea.

In Europa è iniziata lo scorso 27 dicembre la campagna di vaccinazione contro il coronavirus. Il vaccino utilizzato è quello sviluppato da Pfizer e BioNTech. Il capo della BioNTech, Uğur Şhin, ha spiegato che è necessaria l’approvazione di altri vaccini affinché venga soddisfatto il fabbisogno dell’Europa. In Gran Bretagna, Paese uscito dal mercato unico europeo, è stato già approvato un secondo vaccino, quello di AstraZeneca. In Europa è atteso intanto il via libera per il vaccino dell’azienda statunitense “Moderna”. Il verdetto su questo siero, da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), è previsto il 6 gennaio.

L’Oms approva il vaccino Pfizer- BioNTech

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), riferisce la Cnn, ha approvato il vaccino Pfizer-BioNTech: la decisione rappresenta una svola per i Paesi in via di sviluppo privi di propri organismi di regolamentazione in materia sanitaria, che potranno così accelerare i loro iter per il via libera al vaccino ed iniziare i relativi programmi di immunizzazione. Il vaccino Pfizer-BioNTech è stato approvato dal Regno Unito lo scorso 8 dicembre e poi dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Unione europea.

Venezuela, da lunedì 7 giorni di quarantena rigida

Nell’ambito delle misure di contrasto della pandemia da coronavirus, le autorità del Venezuela hanno annunciato che, a partire da lunedì prossimo, scatterà un periodo di sette giorni di quarantena rigida ai quali seguirà una settimana con misure più flessibili. Per il mese di dicembre il presidente Nicolás Maduro aveva autorizzato l’introduzione di una flessibilizzazione delle misure “ampia e sicura”, ma negli ultimi giorni le statistiche del ministero della Salute hanno mostrato un aumento dei casi e quindi la necessità di tornare a misure più rigide.

Governo di Tokyo pronto a chiedere lo stato di emergenza

Il governo metropolitano di Tokyo e le tre prefetture adiacenti si rivolgeranno all’esecutivo per sollecitare l’introduzione dello stato di emergenza nel tentativo di contenere la diffusione del coronavirus nella regione. Lo anticipano i media nipponici, spiegando che la governatrice della capitale, Yuriko Koike, e i suoi omologhi delle vicine prefetture inoltreranno la richiesta congiunta al ministro per l’emergenza sanitaria, Yasutoshi Nishimura. Giovedì scorso Tokyo ha toccato un nuovo record di infezioni giornaliere (1.337), superando quota 1.000 per la prima volta dall’inizio della pandemia.

Italia: dal 7 gennaio verranno ripristinate le fasce regionali

In Italia sono state vaccinate finora 45 mila persone. Allo scadere del decreto di Natale, valido fino al 6 gennaio, tornerà il regime delle fasce regionali. Attualmente è previsto che le regioni tornino alla fascia di colore assegnata prima del lockdown natalizio, cioè tutte gialle (tranne l’Abruzzo arancione). Ma l’andamento del contagio non rende scontato che sia così. Sarà il governo a decidere, la prossima settimana, a seguito delle verifiche effettuate dagli esperti sul nuovo report dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il Papa: vaccini per tutti

Lo scorso 25 dicembre, nel messaggio di Natale Papa Francesco aveva ricordato che, “in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini”. “Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero- aveva aggiunto il Pontefice – devono stare a disposizione di tutti”. In quell’occasione il Papa aveva anche detto: “Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi”.

Una questione di giustizia

In un recente documento congiunto della Commissione Vaticana Covid-19 e della Pontificia Accademia per la Vita si ricorda infine che  è una responsabilità morale accettare il vaccino non solo per la salute individuale, ma anche per quella pubblica. Il solo obiettivo dello sfruttamento commerciale – si ricorda nel testo – non è eticamente accettabile nel campo della medicina e della cura della salute. Gli investimenti in campo medico dovrebbero trovare il loro più profondo significato nella solidarietà umana”. Il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri. Nel documento si ricorda in particolare che “l’ammalarsi determina un aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico per i sistemi sanitari, fino a un possibile collasso, come sta accadendo in diversi Paesi durante questa pandemia, ostacolando l’accesso all’assistenza sanitaria, ancora una volta a spese di chi ha meno risorse”.

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