Bozza del Consiglio Europeo sul Libano
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La Siria cessi ogni ingerenza negli affari interni libanesi e Israele metta fine alle violazioni dello spazio aereo del Libano. Sono alcune delle raccomandazioni contenute, secondo anticipazioni di stampa, nella bozza del Consiglio Europeo incentrata sulla situazione in Libano. Intervenendo al Consiglio, il presidente francese, Jacques Chirac, ha dichiarato che in Libano è in atto “una vera offensiva di destabilizzazione” contro il governo legittimo che fa fronte alla contestazione delle forze oppositrici pro-siriane. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La bozza del documento finale del Consiglio di sicurezza europeo, che si tiene oggi a Bruxelles, affronta la difficile situazione del Libano, sottolineando le priorità per uscire dallo stallo politico: nel testo – rivelano diverse agenzie di stampa – si chiede alle milizie del partito sciita Hezbollah il rilascio dei soldati israeliani catturati e la cessazione di ogni ingerenza siriana sul governo di Beirut. La Siria – avverte l’UE – deve impegnarsi attivamente nella stabilizzazione del Paese dei cedri se vuole “instaurare normali relazioni con la comunità internazionale”.
Preoccupazione per deterioramento della situazione in Medio Oriente
I capi di Stato e di governo dei Venticinque manifestano inoltre preoccupazione per il deterioramento della situazione nella regione mediorientale. Il Consiglio europeo conferma, poi, “il pieno sostegno agli sforzi compiuti dal premier Fuad Siniora e dal governo democraticamente eletto per proseguire il dialogo” con tutte le forze politiche libanesi. Nella bozza si condanna quindi senza riserve l’omicidio del ministro dell’Industria libanese, Pierre Gemayel. Ad Israele l’Europa chiede, in particolare, di “mettere fine alle violazioni dello spazio aereo libanese compiute dall’aviazione dello Stato ebraico. Il Consiglio Europeo propone poi che “le Fattorie di Shebaa”, un fazzoletto di terra rivendicato dal governo di Beirut al confine tra Libano, Siria ed Israele, siano poste temporaneamente sotto il controllo delle Nazioni Unite.
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