Beatificazione di Tommaso da Olera

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Beatificazione oggi, nel Duomo di Bergamo, di Tommaso da Olera, umile frate cappuccino nato nel 1563 in un piccolo paese della Val Seriana: un precursore della devozione del Sacro Cuore di Gesù, uno tra gli scrittori più significativi del Seicento, un mistico che passava intere notti a contemplare il Crocifisso. A proclamarlo Beato, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

“L’amor di Dio – ha scritto il nuovo Beato – sta ne’ cuori umili”. La vita di Tommaso da Olera si rispecchia profondamente in queste parole. Da adolescente condivide con i genitori stenti e lavoro, prima come pastore e poi come contadino. La vocazione lo porta, all’età di 17 anni, ad entrare nell’ordine dei Frati cappuccini nel convento di Verona. Dopo la formazione, è un predicatore instancabile del Vangelo e, soprattutto, un umile questuante. Ogni giorno chiede a tutti, senza distinzione, offerte e pane per i frati e per i poveri. Assicura ad ognuno consolazioni e preghiere. Tommaso avvicina tutti e parla di Dio ai grandi del mondo, tra cui sovrani e imperatori, e alla gente umile. Nel 1618 è trasferito a Padova, dove svolge la mansione di portinaio del convento. L’anno successivo è chiamato ad Innsbruck dall’arciduca del Tirolo, Lepoldo V, e riprende il compito della questua, esercitandolo fedelmente fino alla fine della vita. Tommaso muore nella sua umile cella il 3 maggio del 1631.

Fra Tommasoda Olera

Il card. Amato: un esempio di vita cristiana

La sua vita – sottolinea il cardinale Angelo Amato – è un modello per tutti:

“Il Beato Tommaso è un esempio di vita cristiana per tutti. Era questo l’auspicio del venerabile Paolo VI, il quale nel 1963, scriveva: ‘Possa il ricordo di quest’umile figlio della forte terra bergamasca spingere i sacerdoti e i fedeli a sempre maggiore donazione di sé nell’adesione consapevole allaverità rivelata, nell’impegno di testimonianza cristiana in tutti i settori della vita, e nell’esercizio instancabile e ardito delle virtù specialmente della carità’”.

Testimone della Sapienza divina

Il nuovo Beato è un modello di vita cristiana. Paolo VI lo indica come “fulgido esempio di fedeltà, zelo e dedizione”. Giovanni XXIII lo definisce “un Santo autentico e un maestro di spirito”. Giovanni Paolo II lo ricorda come “il fratello del Tirolo”, che ha confermato alla fede contadini e principi del XVII secolo. Nel 2012, Benedetto XVI firma il decreto che riconosce il miracolo della guarigione straordinaria, nel 1906, di un giovane agonizzante. Papa Francesco, nella Lettera apostolica di Beatificazione, afferma che il Beato Tommaso, contemplando il Cristo Crocifisso, fu “testimone e annunciatore ardente della Sapienza divina”. Le parole e il messaggio del nuovo Beato infiammano ancor oggi i cuori di chi legge i suoi numerosi scritti, incentrati soprattutto su temi legati alla vita ascetica e mistica.

Foto:

Ago76, Creative Commons

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