Alta tensione nella Striscia di Gaza
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Nella Striscia di Gaza la tensione è sempre alta. Stamani una pattuglia militare israeliana ha ucciso due palestinesi in procinto di compiere un attentato nei pressi del valico di Erez. Il bilancio di ieri è di 6 morti, tutti palestinesi, e di 5 feriti in serata per lo scontro fra diverse fazioni degli stessi servizi di sicurezza palestinesi. Sul fronte israeliano, intanto, è sempre più tesa la situazione dal punto di vista politico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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I coloni ebrei della Striscia di Gaza hanno annunciato che risponderanno all’invito del premier israeliano, Ariel Sharon, per un nuovo incontro sul ritiro solo se il progetto sarà sottoposto a referendum. I coloni chiedono anche elezioni politiche anticipate. Ma Sharon si oppone a questa richiesta e ha annunciato che è determinato ad applicare il proprio piano entro il 2005.
Minacce da coloni e da rabbini ultra-ortodossi
In questo clima di tensione si devono anche rilevare le dichiarazioni rilasciate dal leader dell’opposizione laburista, Shimon Peres, secondo cui il primo ministro dello Stato ebraico potrebbe essere vittima di un attentato. Le minacce più preoccupanti sono quelle lanciate dai coloni e da rabbini ultraortodossi per la proclamata intenzione di Sharon di sgomberare gli ottomila coloni di Gaza, città dove la situazione è sempre più drammatica.
Onu critica distruzione case palestinesi
L’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi (UNWRA) e Human Right Watch (HRW) hanno criticato le distruzioni di case palestinesi a Gaza da parte dell’esercito israeliano. Nelle ultime incursioni sono state demolite almeno 90 abitazioni. Secondo l’organizzazione umanitaria le distruzioni di case nei Territori, soprattutto lungo il confine con l’Egitto, sono state attuate “senza che ci sia una necessità militare”, con l’obiettivo di “creare una larga zona deserta vicino alla frontiera per agevolare il controllo duraturo della Striscia di Gaza”.
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