Iraq: liberati 10 ostaggi turchi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq sono molti i fatti di cronaca da riferire: tra questi, il probabile ritrovamento del cadavere dell’ingegnere britannico ucciso la scorsa settimana, la liberazione di dieci ostaggi turchi, l’ennesimo raid aereo americano su Falluja e la consegna delle armi dei guerriglieri di Al Sadr alla guardia nazionale irachena. Sulla situazione nel Paese arabo, il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il cadavere dell’ingegnere britannico, Kenneth Bigley, decapitato dopo tre settimane di prigionia, è stato ritrovato a sud di Baghdad. La notizia, diffusa da fonti locali, non è stata però confermata dal ministero degli Esteri di Londra. E nei pressi della capitale irachena sono stati rilasciati dieci cittadini turchi, rapiti 40 giorni fa dal sedicente “Gruppo salafista Abu Bakr”. I sequestratori hanno reso noto che gli ostaggi sono stati liberati perché la ditta turca per la quale lavoravano ha deciso di interrompere le proprie attività in Iraq. Sul terreno, un nuovo raid americano contro un presunto covo di Al Zarqawi ha provocato, a Falluja, almeno cinque vittime.

Tre vittime a Samarra

Tre iracheni, un uomo, una donna e un bambino, sono rimasti uccisi a Samarra, per l’esplosione di un ordigno al passaggio della loro automobile. Una deflagrazione, che fortunatamente non ha causato vittime, è risuonata anche a Bassora, nei pressi della sede del comando militare britannico. A Ramadi forze americane e truppe irachene hanno perquisito sette moschee. In una di queste è stato arrestato un religioso sunnita. Nella stessa città tre civili e un poliziotto sono morti per i furiosi scontri scoppiati tra guerriglieri e militari statunitensi.

I miliziani di Al Sadr depongono le armi

In questo scenario dominato dalle violenze non mancano segnali di speranza: a Sadr City, quartiere sciita di Baghdad, i miliziani dell’imam Al Sadr hanno cominciato ieri a deporre le armi. L’intesa con gli americani prevede cinque giorni di tempo, cioè fino a venerdì prossimo, per completare il disarmo dei guerriglieri.

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