Ad Assisi i giovani mostrano la speranza in un futuro migliore

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Il professor Luigino Bruni, direttore scientifico dell’evento “The Economy of Francesco” afferma ai nostri microfoni che l’iniziativa voluta dal Papa “non è solo un annuncio, ma una realtà. È possibile vedere cosa sta avvenendo grazie ai giovani in Sud America, in Africa”.

La prima giornata di Economy of Francesco ad Assisi si è aperta con una serie di dibattiti e tavole rotonde per presentare “il raccolto”, ovvero quello che è stato fatto grazie a progetti realizzati nel mondo per affrontare le questioni economiche e le sfide contemporanee. Giovani economisti e imprenditori hanno condiviso i semi e i frutti sparsi in varie regioni del pianeta. È quanto sottolinea a Vatican News Luigino Bruni, direttore scientifico di Economy of Francesco aggiungendo che il movimento nato su impulso del Papa è aperto a tutti, ad ogni contributo che si muova nella direzione della pace e della giustizia.

Con quale spirito ha vissuto l’apertura di Economy of Francesco?

Con una immensa e infinita riconoscenza a Papa Francesco per aver avuto fiducia in questi giovani. Il Pontefice è uno dei pochi al mondo che lo fa. In realtà, tutti parlano di giovani ma i giovani sono fuori i luoghi che contano nella società di oggi. Quindi una grande riconoscenza al Papa e una gioia personale di vedere come un desiderio sia diventato qualcosa al di là di qualsiasi aspettativa. Ed è stupendo vedere questi 1000 giovani del mondo stare insieme e costatare che è il passato l’Europa chiusa e nazionalista, che si chiude nelle guerre. I giovani vogliono altro: vogliono gli incontri, la pace, la fraternità. C’è la grande speranza di un futuro migliore grazie ai giovani.

Qual è la sua visione su questi giovani imprenditori sul percorso, già intrapreso durante la pandemia, con i loro incontri virtuali?

Questo è un processo iniziato tre anni e mezzo fa. La lettera del Papa rivolta ai giovani imprenditori e alle imprenditrici è del 2019. I giovani si sono soffermati, in questa prima giornata, su cosa è stato già prodotto nel mondo. Non è solo un annuncio, ma una realtà. È possibile vedere cosa sta succedendo grazie ai giovani in Sud America, in Africa. Sono nate imprese vere, cooperative che stanno nascendo. Un piccolo albero da solo non si vede. Si vede invece una foresta. Vedere insieme tutte queste realtà in rete è un po’ un seme che può diventare un grande albero.

Qual è secondo lei la più grande sfida di questi giovani per quanto riguarda la costruzione di una nuova economia?

La prima è quella di non diventare cinici diventando adulti. Poi essere capaci di mantenere questa fede nella fraternità, nella giustizia, ed essere capaci di proseguire in questo cammino nei loro Paesi. E poi che questo movimento diventi sempre più ampio in modo da cambiare veramente l’economia.

Che cosa vorrebbe dire ai giovani che non sono ancora coinvolti in Economy of Francesco?

Innanzitutto, se sono economisti o imprenditori che hanno a cuore la pace e la giustizia, che trovino il modo di collegarsi a Economy of Francesco: questa realtà ha una grande ‘biodiversità’. E ci sono mille modi di vivere l’economia nel nome di Francesco di Assisi e di Papa Francesco. C’è spazio per tutti. È tutto da costruire e ognuno che arriva è il centro. E nessuno è periferia.

 

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