Alta tensione per programma nucleare iraniano

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sul programma nucleare iraniano, gli Stati Uniti non sembrano disposti a concedere tempo alla Repubblica islamica. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice ha respinto, infatti, la proposta avanzata dall’Iran, che si era reso disponibile a controlli a sorpresa da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Diventa adesso cruciale la data del 9 maggio, quando il Consiglio di Sicurezza dell’ONU discuterà il rapporto dell’AIEA. Nel documento, si denuncia la mancata sospensione, da parte dell’Iran, dei processi di arricchimento dell’uranio. Sulla crisi nucleare iraniana, innescata dalle ambizioni atomiche di Teheran, il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il serrato confronto tra Iran e Stati Uniti sul programma nucleare iraniano sembra una partita di scacchi arenatasi in una prolungata fase di stallo. L’amministrazione americana ed il governo di Teheran non appaiono intenzionati, infatti, a fare la prima mossa per sbloccare lo stato di impasse. “L’Iran – ha detto il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice – dovrebbe dimostrare la sua buona fede, sospendere l’arricchimento dell’uranio e rispondere alle richieste dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e del Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.

Iran: programma nucleare per scopi civili

Ma la posizione della Repubblica islamica è altrettanto inflessibile: il processo di arricchimento dell’uranio per scopi civili – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano – è ormai irreversibile. L’Iran – ha aggiunto – è pronta a trattare solo sull’arricchimento su scala industriale se il dossier tornerà dal Consiglio delle Nazioni Unite all’AIEA. All’apparente inconciliabilità delle due posizioni si aggiungono, poi, dure dichiarazioni e minacce. Gli Stati Uniti hanno ribadito, con l’appoggio di Francia e Gran Bretagna, di essere favorevoli a sanzioni economiche. L’amministrazione americana non esclude, inoltre, nessuna opzione.

Ipotesi di misure restrittive

L’esecutivo iraniano, oltre a scartare l’ipotesi di trattative dirette con Washington, ha avvertito invece che “decisioni radicali” scatenerebbero reazioni “altrettanto radicali”. L’inquietante prospettiva di misure restrittive, cui si oppongono Cina, Russia e Germania, e di azioni militari contro lo Stato islamico restano, comunque, solo un’ipotesi. Un’estrema opzione, quella dei raid militari, che l’Iran invece sta già applicando nel nord dell’Iraq: le forze armate iraniane hanno bombardato infatti, per il secondo giorno consecutivo, postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Il raid, che non sembra aver provocato vittime, ha costretto decine di famiglie a lasciare le loro case.

Foto:

By Dummy [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *