La Croce al centro degli esercizi spirituali

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“In cammino verso la Croce. Il Vangelo delle sofferenze. La Croce come storia trinitaria”. E’ questo il tema degli odierni esercizi spirituali predicati in Vaticano dal teologo mons. Bruno Forte. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il cammino nella sequela di Gesù è proseguito, oggi, approfondendo l’itinerario verso la croce che mons. Bruno Forte ha così descritto:

“Il luogo in cui Dio parla nel silenzio, rischiarando le tenebre del nostro cuore, assetato di lui”.

Tutta la vita di Gesù – ha aggiunto il predicatore – è stata orientata dalla Croce: le stesse narrazioni del Vangelo sono come storie della passione con una introduzione particolareggiata:

“La Croce è la narrazione della Trinità, la Trinità è il concetto della Croce. Se vogliamo sapere chi è Dio, dobbiamo inginocchiarci ai piedi della Croce”.

Nel pomeriggio di ieri mons. Bruno Forte ha approfondito, inoltre, il tema della libertà, già sviluppato nelle predicazioni della mattina:

“Gesù non è soltanto l’uomo libero, l’esempio e il modello della nostra libertà: Gesù è il nostro liberatore, e lo è perché è lui che ci ha rivelato il Padre, il Dio di misericordia”.

Il teologo ha quindi esaminato il prezioso patrimonio dell’ebraico biblico: con solo 5750 parole questa lingua – ha ricordato – ci dice tutto del cuore dell’uomo perché usa le metafore. Analizzando la parabola del figliol prodigo, il teologo ha sottolineato come il padre descritto nel passo del Vangelo sia in realtà Dio, umile, coraggioso, materno e Signore della speranza, della gioia e della sofferenza. Mons. Forte ha quindi proseguito nell’interpretazione delle metafore presenti nella parabola:

“Davanti a questo Dio, chi siamo noi? Il figlio più giovane, quello che si è preso tutto e se n’è andato di casa, in una terra dove ha dissipato tutto”.

“Il ritorno a casa del figliol prodigo – ha detto il predicatore – rappresenta lo straordinario momento della conversione”. Il cammino della conversione – ha sottolineato – prevede la percezione dell’alienazione a cui il peccato ha condotto, il riconoscimento dell’amore di Dio, la consapevolezza del dramma per l’essersi allontanato dal messaggio di Gesù, e infine – ultimo atto di questo itinerario di fede – l’incontro con il Signore. Il teologo ha infine dedicato la lectio divina alla scena dell’Annunciazione a Maria, Vergine dell’ascolto e icona della libertà.

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