Dal Papa membri della Fondazione Centesimus Annus

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Papa ha ricevuto stamani in udienza circa 130 appartenenti alla Fondazione “Centesimus Annus – Pro Pontifice”, in occasione del decennale della loro istituzione. La Fondazione, che ha la propria sede nello Stato della Città del Vaticano, è impegnata nella diffusione dei valori umani, etici, sociali e cristiani esposti nella dottrina sociale della Chiesa ed in particolare nell’Enciclica Centesimus Annus.

 

Giovanni Paolo II ha messo in evidenza le tre grandi convinzioni che i membri della Fondazione sono chiamati a tenere presenti nel loro impegno. In primo luogo, il Papa ha rimarcato “la permanente attualità della dottrina sociale della Chiesa”. Le “drammatiche vicende che travagliano il mondo contemporaneo e le deplorevoli condizioni di sottosviluppo in cui versano ancora troppi Paesi – ha affermato il Pontefice – stanno a dire che occorre davvero ripartire da una giusta prospettiva: la verità dell’uomo è scoperta dalla ragione e confermata dal Vangelo di Gesù Cristo, che proclama e promuove la vera dignità e la nativa vocazione sociale della persona”.

Responsabilità dei laici

Giovanni Paolo II ha quindi sottolineato “la responsabilità propria dei cristiani laici”: un tema, questo, riproposto con grande chiarezza dal Vaticano II. “Il Concilio – ha ricordato il Papa – parla di compito, luce, forze, che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina”. “Questo compito – ha aggiunto – è proprio e peculiare dei fedeli laici, chiamati a investire della luce che viene dal Vangelo le molteplici realtà sociali e, con la forza infusa da Cristo, ad impegnarsi per ‘umanizzare’ il mondo”.

Una vera novità nasce dal cuore

Il Santo Padre ha poi espresso “la consapevolezza che soltanto uomini nuovi possono far nuove tutte le cose”. “Non si può chiedere all’economia, alla politica e alle istituzioni sociali – ha detto ancora il Papa – ciò che esse non possono dare”. “Ogni vera novità – ha soggiunto – nasce dal cuore, da una coscienza riscattata, illuminata e abilitata a vera libertà dall’incontro vivo con Colui che ha detto: ‘lo sono la via, la verità e la vita’”.

Sul solco delle virtù teologali

“L’impegno sociale dei cristiani laici – ha concluso Giovanni Paolo II – può essere dunque nutrito e reso coerente, tenace e coraggioso soltanto da una profonda spiritualità che li renda capaci di esprimere le grandi virtù teologali – fede, speranza e carità – attraverso l’esercizio della difficile responsabilità di edificare una società meno lontana dal grande disegno provvidente di Dio”.

**********

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *