Globalizzazione e dicotomie

La globalizzazione può innescare forti contrapposizioni non solo di tipo ideologico. Il nostro tempo è segnato da almeno tre diversi processi  a doppia faccia, nel senso che ognuno porta in sé il suo contrario.

Globale e locale

Il primo processo è costituito dall’opposizione tra il concetto di globalizzazione e quello di localizzazione.Globalizzazione dei fenomeni: la società di oggi è totalmente interdipendente ed ha raggiunto i suoi confini spazio/temporali. Non c’è più un esterno e quindi viene a mancare un “altrove con cui confrontarsi. Localizzazione dei fenomeni: esplodono le particolarità etniche e culturali, con una spinta sempre maggiore alla difesa delle differenze.

Massa e individuo

Il secondo processo consiste nella dicotomica relazione tra la spinta della massificazione e quella dell’individualizzazione. Massificazione sociale: l’organizzazione sociale e le comunicazioni si spingono verso la creazione di modelli astratti validi ovunque e per tutti, anche in termini di consenso di massa. Individualizzazione dei processi sociali: aumentano le risorse a disposizione degli individui e crescono le domande.Questo porta alla frammentazione del tessuto sociale e della nascita di nuove disuguaglianze.

Efficienza e valore

Il terzo processo riguarda lo scontro tra il criterio della razionalizzazione e quello della razionalità valoriale. Razionalizzazione: è il criterio prevalente dell’organizzazione, esteso ormai a livello planetario. Domina oggi la weberiana razionalità secondo lo scopo. Razionalità valoriale: non si fonda su motivi di efficienza ma su principi di valore (sentimenti, emozioni, esperienze misurabili solo in senso qualitativo). Rappresenta una richiesta sempre più forte di risposte ad interrogativi profondi e a bisogni di tipo qualitativo.

Postmaterialismo

Questi nuovi problemi dell’uomo della postmodernità (o della ultramodernità) non sono più quelli tipici della modernità legati a necessità di tipo economico. Il diffuso benessere delle cosiddette società opulente lascia spazio a nuove esigenze umane. I bisogni vengono per questo definiti come post materialisti. Si crea una frattura tra due schieramenti eterogenei: da una parte ci sono i sostenitori del villaggio globale, sostenitori di un individualismo sempre più spinto, dall’altra ci sono invece i difensori delle differenze, della razionalità secondo il valore. In base a tali posizioni il conflitto del terzo millennio sembra avviarsi verso uno scontro tra liberalismo e comunitarismo.

I nodi della globalizzazione

I principali problemi discussi dagli studiosi possono cosi’ riassumersi:

Il nodo della convergenza: la globalizzazione appiattisce ed unifica tutti i mercati locali? Ad esempio i salari tendono a divenire uguali per tutti a livello planetario (ma convergono verso il basso o verso l’alto?)

Il nodo della omogeneizzazione: la globalizzazione si accompagna ad un processo di occidentalizzazione del mondo con l’eliminazione di ogni differenza culturale?

Il nodo della politica: nel tempo della globalizzazione i confini degli stati nazionali non hanno più senso, come sempre più complessa è la reale possibilità dei diversi governi nazionali o locali di decidere effettivamente e autonomamente le proprie sorti.

Nuovi poteri planetari e disuguaglianze globali

Il processo di globalizzazione tende a svuotare i poteri locali senza nel contempo generare un luogo-ambito planetario di governo ed indirizzo dell’economia globale.

Il nodo delle distorsioni: la globalizzazione si accompagna ad un sensibile aumento della divaricazione, a livello di possibilità di vita, tra inclusi ed esclusi con il conseguente rischio di planetarizzazione dell’apartheid. Si assiste ad un aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali proprio nel momento in cui sono disponibili concretamente le risorse per debellare sia la povertà assoluta che le disuguaglianze sociali.

Il nodo antropologico: il processo di globalizzazione tocca il quotidiano di ogni persona mettendo in scena anche una nuova tipologia chiamata a fare i conti con complesse dicotomie (identità/differenza, globale/locale, ecc.) e nuove esperienze di tempo e spazio.

Il nodo della socialità: il processo di globalizzazione tende a privatizzare i luoghi pubblici ove si discutono, condividono, creano, valori, norme, identità. Molti studiosi associano globalizzazione a crisi e/o svuotamento delle relazioni sociali.

Il nodo della solidarietà: cosa significa essere solidali nel tempo della globalizzazione? Chi è il mio prossimo nel tempo della planetarizzazione? Quali filosofie ed etiche sono capaci di rispondere alle nuove domande di senso che sgorgano dal mondo globalizzato?

Il nodo del rapporto tra globalizzazione e postmodernità: nella globalizzazione si incontrano i paradossi e le antinomie tipiche della postmodernità(universalismo/particolarismo;omogeneizzazione/differenziazione; centralismo/decentramento; integrazione/frammentazione).

Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.