Venezuela: per opposizione scenario da golpe
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Situazione sempre più difficile in Venezuela, dove c’è chi non esclude l’ipotesi di un golpe. Il presidente Maduro ha ordinato una serie di esercitazioni militari, mentre l’ex candidato presidenziale dell’opposizione, Henrique Capriles, ha parlato di “sollevamento militare” nell’aria dopo che Maduro si è attribuito poteri speciali. Sulla situazione, Amedeo Lomonaco ha intervistato Roberto Da Rin, inviato del Sole 24Ore ed esperto di America Latina:
R. – Quella venezuelana è una situazione molto delicata in cui le parti dialogano con una difficoltà crescente. Ci sono due blocchi che si detestano e che si contendono qualsiasi passaggio istituzionale, oltre che politico. Ci sono i post-chavisti, fedeli al presidente Maduro, e gli oppositori guidati da Enrique Capriles.
D. – L’era politica di Chavez ha ancora riflessi sul presente e anche sul futuro del Venezuela …
R. – Ha ancora riflessi. Chavez naturalmente aveva un consenso generalizzato che Maduro non ha anche se le ultime elezioni – va detto – sono state vinte da Maduro, anche se con poco scarto. Sembra difficile capire, a fronte di una situazione già degenerata, come mai l’elettorato abbia rivotato Maduro. Di certo il carisma di Chavez, a dispetto di alcuni errori politici che lui ha fatto, era notevole soprattutto in America Latina e anche altrove. Maduro ha inanellato una serie di errori che stanno aggravando, drasticamente, la situazione economica e politica del Paese.
D. – Questi errori possono portare ad una guerra civile?
R. – Questo è impossibile dirlo, però di certo la tensione è salita e la situazione è sempre più compromessa. C’è un’iper-inflazione. C’è chi dice sia al 200 percento, chi al 600 percento a seconda del paniere che viene preso in considerazione. L’esercito, fino ad ora, è stato prevalentemente dalla parte del governo, quindi con Maduro. Ora bisognerà capire se i militari ad un certo punto molleranno o meno Maduro. Questo sarà un elemento importante per capire il futuro del Paese.
D. – Il presidente Maduro ha proclamato lo stato d’emergenza e si è attribuito poteri speciali. Anche questo ha creato una situazione di grande tensione …
R. – Si è attribuito poteri speciali perché la situazione economica è, come minimo, emergenziale. Mancano beni di prima necessità e lui ha accusato alcune imprese multinazionali europee e nordamericane di sabotare, in qualche modo, la produzione obbligando delle fabbriche a produrre. Questo naturalmente è anti-economico e genera ulteriori conflittualità. Questo è un passaggio molto delicato per l‘intero Paese, anche perché il referendum revocatorio sulla presidenza di Maduro, che gli oppositori avevano intenzione di effettuare, non si terrà. Questo moltiplica le difficoltà. Il prezzo del petrolio inoltre è molto basso e questo ha generato delle tensioni e problemi di grande entità. Il Venezuela – ricordiamo – è un Paese che vive, prevalentemente, della valuta estera incassata dalle esportazioni di petrolio.