Terremoto in Emilia, la Caritas tra gli sfollati

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

 E’ di sette morti e di oltre 5000 sfollati il bilancio, ancora provvisorio, del terremoto di ieri in Emilia. Nelle ultime 24 ore si sono registrate almeno 100 scosse di assestamento. La macchina dei soccorsi, intanto, continua a lavorare incessantemente. La Caritas, attraverso la rete delle parrocchie delle varie diocesi, è impegnata nel coadiuvare la Protezione civile nell’opera di assistenza agli sfollati. Amedeo Lomonaco ha intervistato mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana:

R. – La prima visita, che ho fatto ieri, è stata per rendere visibile, proprio fisicamente, la presenza della Caritas, tramite la presenza del direttore, che ha portato la vicinanza e la solidarietà della Chiesa italiana. Si è tessuta, praticamente, la rete delle relazioni – tramite l’affidamento al direttore della Caritas di Reggio Emilia, delegato regionale – affinché possa coordinare in modo particolare Ferrara, Modena, Bologna, Carpi e tutta la delegazione e affinché si possa capire meglio la situazione: rilevare quali siano i bisogni, capire dove siano in questo momento le persone, puntare soprattutto all’unità della comunità, attivare poi delle azioni di prossimità sul territorio.

Allestita una tendopoli

D. – E’ stata già allestita una tendopoli?

R. – Voglio rassicurare che la tendopoli allestita a Finale Emilia è soprattutto in prospettiva precauzionale: lì non ci vanno gli sfollati, in quanto la loro casa è crollata – purtroppo, gli organi di comunicazione cercano quasi di enfatizzare il fatto – ho parlato questa mattina con il parroco di Finale Emilia e mi ha confermato che si tratta di una tendopoli precauzionale.

La popolazione è fiduciosa

D. – Come sta reagendo la popolazione a questa grave emergenza?

R. – Con un atteggiamento di fiducia, perché la rete della solidarietà, la rete soprattutto della carità in Italia, è sempre stata all’altezza, specialmente manifestando la buona volontà di tutti.

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