Spagna: abdica Juan Carlos, suo figlio Felipe sarà re

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il re di Spagna Juan Carlos ha deciso di abdicare al trono in favore del figlio Felipe, principe delle Asturie. Lo ha annunciato il premier spagnolo, Mariano Rajoy aggiungendo che il sovrano spiegherà a breve, alla nazione, i motivi di questa rinuncia. In un messaggio, il Comitato esecutivo dei vescovi spagnoli sottolinea il “profondo impegno e contributo alla storia recente della Spagna” offerto dal re uscente, “in particolare alla creazione ed al consolidamento della vita democratica”. “Il suo servizio in Spagna – scrivono ancora – è stato un valore straordinario”. Al re Felipe VI, che sale al trono, i presuli riconoscono “qualità e competenze”, già dimostrate, affermano, in “diverse occasioni pubbliche”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Dopo 39 anni di regno, re Juan Carlos lascia il trono. Suo figlio, il principe Filippo, diventerà il nuovo re. Incoronato sovrano il 22 settembre del 1975, due giorni dopo la morte del “caudillo” Francisco Franco, Juan Carlos – nato a Roma nel 1938 – ha favorito la transizione della Spagna dalla dittatura alla democrazia.

Convocato un Consiglio dei ministri straordinario

Dopo il contributo offerto per approdare, nel 1978, all’attuale Costituzione democratica, l’intervento di Juan Carlos è stato anche decisivo per sventare, nel 1981, un colpo di Stato organizzato da frange della Guardia Civil e dell’esercito per restaurare il franchismo. Il governo spagnolo ha convocato un Consiglio dei ministri straordinario per domani. Il primogenito di Juan Carlos regnerà con il nome di Felipe VI.

Su questi 39 anni di regno, Amedeo Lomonaco ha intervistato il prof. Alfonso Botti, ispanista, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia:

 

R. – “Sono anni in cui la Spagna ha conosciuto lo smantellamento di una dittatura tra le più dure e longeve conosciute dall’Europa. Il Paese ha conosciuto un profondo processo di decentramento politico-amministrativo, la costruzione di una solida democrazia accompagnata da un’accelerazione di quel processo di modernizzazione iniziato già negli anni Sessanta, durante il franchismo”.

Paese segnato da grandi trasformazione

“Sono anche anni nei quali la Spagna democratica ha dovuto fare i conti con il terrorismo dell’Eta, oggi sconfitto, con cospirazioni e tentativi di colpi di Stato militari, con la grave crisi economica che ha colpito il Paese nel 2008, insieme ad altri Paesi europei. Quindi, anni di grandi trasformazioni dal punto di vista sociale, economico e direi soprattutto politico”.

I motivi alla base della decisione

D. – E sono diversi i motivi che hanno portato re Juan Carlos a decidere di abdicare …

R. – Io credo che l’abdicazione abbia alle spalle diversi motivi. Certamente, le ragioni di salute di Juan Carlos e poi la necessità di avere un sovrano giovane, nel pieno delle forze, con la lucidità necessaria per far fronte al grave problema di tenuta dello stato delle autonomie di fronte alle spinte indipendentiste della Catalogna. Quindi, credo in un’abdicazione che risponde alla necessità di legittimare nuovamente l’istituzione monarchica in Spagna.

Il re sarà Felipe

D. – Il futuro sovrano di Spagna sarà Felipe, figlio di Juan Carlos, che avrà anche il compito di rilanciare la monarchia…

R. – La sensazione è che in questi ultimi 30 anni gli spagnoli, più che monarchici, siano stati juancarlisti, cioè abbiano riconosciuto il ruolo positivo svolto dal re. E adesso, si tratta di vedere se assegneranno la stessa fiducia anche al suo successore, l’attuale principe Felipe.

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