Rapporto sulla scuola cattolica in Italia

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

 La scuola cattolica in Italia è apprezzata dai suoi studenti ma deve recuperare la sua caratterizzazione religiosa, attualmente marginale nella percezione degli allievi. E’ quanto si ricava dal IX Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, presentato ieri e curato dal Centro studi per la scuola cattolica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il quadro che emerge dal rapporto “In ascolto degli studenti. Scuola cattolica in Italia” è segnato da punti di eccellenza ma anche da un’identità da recuperare. La fotografia è generalmente positiva: la scuola cattolica propone un’offerta formativa di primo piano ed è apprezzata sotto molteplici aspetti sia dagli studenti sia dalle loro famiglie. I punti di forza, secondo quanti hanno partecipato all’indagine, sono l’attenzione al singolo alunno e la qualità degli insegnanti. Il principale punto di debolezza evidenziato è, invece, quello legato ai costi.

Mons. Coletti: la qualificazione cattolica non sia solo un elemento accessorio

Nell’introduzione al rapporto, mons. Diego Coletti, vescovo di Como e presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica sottolinea, poi, che deve essere recuperato “il legame con la comunità cristiana che risulta piuttosto labile”. La qualificazione di “cattolica” – aggiunge il presule – non può essere solo un elemento accessorio: l’intera comunità cristiana – spiega il vescovo – deve recuperare e valorizzare il senso della presenza di una scuola cattolica al suo interno quale occasione di evangelizzazione e di investimento valoriale.

Mons. Stenco: fondamentale la selezione del corpo docente

La scuola cattolica – si legge infatti nello studio – è genericamente percepita dagli allievi più come istituzione formativa che come luogo di esperienza religiosa. Mons. Stenco mette in evidenza, inoltre, che la selezione del corpo docente è fondamentale per offrire anche un’adeguata educazione religiosa. Dal rapporto emerge poi che gli studenti delle scuole cattoliche vivono in famiglie tradizionali in quasi l’85% dei casi con un curriculum, nella maggioranza dei casi, senza bocciature. Gli studenti si dicono inoltre soddisfatti del loro “bagaglio valoriale e religioso”. Solo una minoranza vive in “condizione familiare precaria” che spesso produce “demotivazione agli studi” e “scarsa attenzione alla dimensione religiosa”.

 

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