Rapporto della Coop: senza figli non c’è futuro
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
I costi del declino demografico sono la recessione e la deflazione. E quanto emerge dal Rapporto Coop 2014 su consumi e distribuzione. Nel programma dei mille giorni, presentato martedì scorso dal premier Matteo Renzi, sono necessarie – si sottolinea nel dossier – politiche di sostegno alle famiglie per rilanciare la natalità e incrementare i consumi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’invecchiamento della popolazione rallenta il prodotto interno lordo. Senza figli si allontanano la crescita e l’incremento dei consumi. Nei supermercati, quando cala il numero di passeggini, i carrelli sono meno pieni. In Italia il declino demografico – si ricorda nel Rapporto della Coop – si accompagna ad un tasso di fecondità, 1,39 figli per donna, tra i più bassi d’Europa. Nel 2013 le nascite, circa 514 mila, hanno toccato il minimo storico. Tra le cause, indicate nel dossier, le difficoltà nel trovare lavoro e le restrizioni al credito per l’acquisto della casa. Cresce inoltre il numero dei nuclei con un solo componente, quasi il 30% del totale. L’economista Giacomo Vaciago:
“Il futuro di un Paese è dei figli, delle future generazioni. Se la demografia è negativa, ci sono sempre meno bambini e sempre più anziani. E la piramide demografica diventa rovesciata: una piramide con una punta piccola, che sono le nuove generazioni, e con una grande piattaforma, dall’altra parte però, al rovescio. E quindi è una situazione fragile. Ai giovani viene imposto l’onere di mantenere sempre più anziani. I migliori, cui più grava quest’onere, hanno interesse ad andarsene e quindi la tendenza si aggrava. Questo è vero in altri Paesi: era vero in Francia e non lo è più, è stato vero in Germania e lo è molto meno”.
Con il sostegno dello Stato famiglie più numerose
“La Francia ha sostenuto le famiglie, incentivando molto il terzo figlio. E’ il terzo figlio che fa la differenza. Fino a due figli, infatti, la popolazione è ancora in declino, di poco, ma in declino. Il terzo figlio fa la differenza. L’Italia è il Paese peggiore. Noi abbiamo fatto una legge che nessuno rispetta per evitare gli immigrati, che in parte ci servono. Dall’altra parte, non abbiamo fatto nulla per favorire il terzo figlio, con servizi sociali alle mamme e così via. Quindi, la demografia è abbandonata a se stessa: i giovani se ne vanno, i vecchi sanno che sono abbandonati a se stessi e, alla fine, la demografia negativa rende anche più parsimoniosa la gente, che spende meno, perché ha un futuro incerto”.
Crescere un figlio costa circa 170 mila euro
Crescere un figlio fino alla maggiore età, secondo stime di Federconsumatori, costa circa 170 mila euro. Il quoziente familiare e maggiori detrazioni per i figli sono alcune delle misure indicate nel rapporto della Coop per sostenere le famiglie. Si ricorda poi che i minorenni in Italia sono oltre 10 milioni, quasi lo stesso numero dei lavoratori che percepiscono il bonus di 80 euro introdotto dal governo Renzi. Escludendo 4 milioni di lavoratori, comunque non incapienti e senza carichi familiari, ci sarebbero i fondi – sottolinea il quotidiano “Avvenire” – per destinare 80 euro al mese ad ogni figlio minorenne. Ancora l’economista Giacomo Vaciago:
“Io credo che vada fatto un ragionamento più complesso. Non è solo un problema di soldi. Molte donne non si sposano o non fanno figli, perché non hanno attorno a loro i servizi sociali che ciò richiede. Quello che oggi vediamo è proprio una caduta. I figli, cioè, se li possono permettere i ricchi. Una volta parlavamo di proletariati: i figli li facevano i poveri; oggi, viceversa, è un bene di lusso. I ricchi possono fare figli, avere donne di servizio, i servizi in casa a tutela dei figli, mandarli nelle scuole migliori e così via. E’ chiaro che bisogna fare un ragionamento di lungo periodo e guardare alle determinanti vere, a cosa induce la gente a sposarsi, a far famiglia, a far figli”.
Italia, sempre più Paese di anziani
La speranza di vita in aumento, giunta a 79,8 anni per gli uomini e 84,6 per le donne, e la bassa fecondità delineano lo scenario attuale di un Paese, l’Italia, che parla sempre più il linguaggio degli anziani. Ogni 100 giovani con meno di 15 anni sono 151 le persone con più di 65 anni. E sono sempre più numerosi – si sottolinea nel rapporto della Coop – i cittadini che lasciano l’Italia: nell’ultimo anno stati oltre 80 mila, principalmente giovani alla ricerca del primo lavoro. Si tratta del flusso più alto degli ultimi dieci anni con un incremento del 40% rispetto al 2011. Si devono sostenere le famiglie: senza figli – si legge nello studio della Coop – non c’è futuro.