Vescovi indiani in visita “ad Limina”
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
E in corso in questi giorni, in Vaticano, la visita “ad Limina” dei vescovi dell’India, Paese segnato da forti contrasti ma anche animato da grandi speranze, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco l’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio:
R. – In India, Paese che definiamo un subcontinente, ci sono tanti contrasti. Ci sono tante culture, lingue e religioni e sta via via crescendo il dislivello tra ricchi e poveri. Proprio a causa di questa differenza ci sono dei conflitti, che si manifestano anche nell’ambito della religione. Nel Paese un gruppo radicale indù crea difficoltà. Questi fondamentalisti non vogliono che ci sia la possibilità di conversioni da una religione all’altra. Pensano che religioni come il cristianesimo, l’islam ed anche il giudaismo siano “straniere”. Posso dire con certezza che non è una questione di fede o religione: la causa primaria è politica. Gli estremisti che stanno causando questi problemi sono i politici, quei politici che “usano” questa gente per creare problemi, difficoltà. L’India, però, è un Paese libero, una grande democrazia e ci sono tante cose positive.
Contributo dell’India
D. – Quale può essere il contributo dell’India per il mondo?
R. – “La cosa più importante è che l’India rispetta la libertà di tutti gli uomini. C’è libertà di espressione: noi possiamo sempre dire quello che vogliamo. C’è libertà di coscienza. Esiste molta corruzione, egoismo, però la gente può dire che questo non va bene, che non può succedere e che il governo non può permettersi di fare così. Con questa democrazia in India è possibile esprimersi, cosa non possibile in altri Paesi, come quelli a noi vicini. Quando qualcuno viene e ci chiede della nostra religione, possiamo rispondere con libertà di coscienza”.
India esempio di grande democrazia
“L’India, quindi, può essere un esempio di grande democrazia: possiamo vivere insieme, nonostante i vari contrasti. In una recente ricerca il 95 per cento dei nostri giovani ha dichiarato di essere contento della propria vita. Non sono ricchi, non hanno molti soldi, però hanno una speranza per il futuro e questo, penso, sia davvero molto importante per tutto il mondo. Noi siamo ricchi di speranza e la gioventù è ricca di entusiasmo”.
Creare una Chiesa più positiva
D. – E la Chiesa è chiamata a raccogliere questo “serbatoio di speranza” che arriva dai giovani…
R. – La Chiesa fa davvero tanto per i nostri giovani, perché pensiamo che il futuro della Chiesa dipenda dalla formazione dei giovani. Loro possono creare una Chiesa più positiva e dobbiamo formarli più coscientemente.