Portogallo sul tetto d’Europa: gioia del card. Martins

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Portogallo è campione d’Europa: la nazionale lusitana ha sconfitto ieri, in finale a Parigi, la Francia con un gol segnato al minuto 109, nel secondo tempo supplementare. Per il Portogallo è un grande avvenimento, non solo sportivo, ma anche umano e sociale. E’ quanto sottolinea, al microfono diAmedeo Lomonaco, il cardinale portoghese José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi:

 

R. – Per me è stato un momento molto importante come cittadino portoghese. E’ stato un grandissimo piacere vedere che proprio i miei conterranei hanno vinto il Campionato europeo. Nel 2004 il Portogallo è arrivato al secondo posto perdendo la finale contro la Grecia. Adesso ha vinto, quindi è una cosa molto importante anche da un punto di vista puramente umano per i cittadini portoghesi. E’ un grande avvenimento non soltanto calcistico, ma anche sociale e umano. Infatti abbiamo visto in televisione quante migliaia di portoghesi, sia in Francia sia in Portogallo, hanno gioito in una maniera molto intensa, molto speciale per questa vittoria sulla Francia.

Lo sport non sempre segue la logica

D. – Lo sport offre varie possibilità di riscatto. Come lei ha ricordato eminenza, il Portogallo aveva perso in casa  proprio la finale contro la Grecia e adesso, invece, ha vinto a Parigi contro la Francia. Il calcio alcune volte è un racconto con degli epiloghi sorprendenti, un rincorrersi della storia che alla fine trova il giusto coronamento …

R. – Certamente. Il calcio ha dei momenti che non hanno a che vedere per niente con la logica. Magari una squadra può giocare molto bene ma alla fine perde la partita per qualsiasi motivo. Quindi non c’è una logica ferrea nel calcio, ci sono molti elementi imprevisti che possono cambiare completamente  il risultato della partita.

Vittoria del collettivo

D. – Tra gli elementi imprevisti di questa finale dell’Europeo in Francia, c’è stato anche l’infortunio di Ronaldo, il giocatore più rappresentativo, più forte della squadra portoghese. Eppure il Portogallo, nonostante questa assenza, ha dimostrato di essere squadra. Il gioco di squadra ha prevalso …

R. – E’ un fatto molto grave che il miglior giocatore, subito all’inizio della partita, debba uscire perché si è infortunato, o perchè – meglio – lo hanno fatto cadere. Questo vuol dire che la squadra, in quanto tale, prescindendo da Ronaldo è una squadra che ha molto valore e che ha un concetto di calcio molto importante. Non sono i giocatori a vincere ma la squadra, l’insieme dei giocatori. Anche se il migliore giocatore eventualmente, come è capitato ieri, deve uscire dal campo, la squadra rimane.

Gioco di squadra da preferire

D. – Un valore, quello del gioco di squadra, del gioco collettivo richiamato più volte anche da Papa Francesco quando per esempio, ha incontrato delegazioni, squadre sportive, anche di calcio; il Santo Padre ha sempre detto che è il gioco di squadra quello che bisogna preferire …

R. – È fondamentale. Lo sport è una realtà collettiva, non individuale. Non sono tizio, caio e sempronio che vincono ma è la squadra composta da questi giocatori che vince. È anche un esempio di collettività molto importante. Come nella vita umana, tutto è sociale, non c’è nessuna realtà completamente individualista. Allora questo capita anche nel calcio.

Momento di entusiasmo per i protoghesi

D. – Pensa che questa gioia, questo momento di festa, possa in qualche modo coincidere con un cambiamento in Portogallo in un momento non proprio facile anche da un punto di vista economico?

R. – Gli effetti dello sport hanno certamente degli influssi, delle conseguenze molto notevoli, molto importanti nella vita stessa dei cittadini. Davanti ad una vittoria così, è chiaro  che, in questo caso i portoghesi, rivivono il loro entusiasmo. E quindi questo favorisce in loro una concezione della vita anche umana sociale con un certo ottimismo.

Chi ama il calcio non può non gioire

D. – Lei personalmente come ha vissuto la partita di ieri, con entusiasmo, con grande passione? Quando ha visto il goal di Eder ha esultato …

R. – Certamente! Sono rimasto molto contento. Ho sempre seguito il calcio. La vittoria della squadra del mio Paese è una realtà stupenda. Non possono non gioire coloro che amano il calcio.

Il ringraziamento del card. Martins alla squadra

D. – C’è un pensiero che vuole rivolgere alla squadra ai giocatori della nazionale portoghese, parole anche di ringraziamento di gioia …

R. – Un grazie sincero e profondo. Li invito a continuare così, a voler vincere sempre, non soltanto nella vita in genere, ma anche nel calcio. È un momento molto importante. Perciò dobbiamo ringraziare i giocatori anche per il frutto che questa vittoria certamente produrrà nei cittadini portoghesi.

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