Il Papa all’Angelus: l’egoismo porta a conflitti

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Libertà e amore coincidono”, obbedire al proprio egoismo “conduce a rivalità e conflitti”. E’ quanto ha affermato stamani Benedetto XVI all’Angelus soffermandosi sulla radicalità della risposta a Cristo. Una radicalità che porta a mettersi “a servizio gli uni degli altri”: “Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù – ha detto il Papa – entra in una nuova dimensione della libertà”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Rispondere alla chiamata di Cristo significa mettersi alla sequela di Gesù e percorrere il proprio cammino di vita sulle orme del Vangelo: “Chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio – afferma il Papa – sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina”:

“E’ questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata”.

Cristo ci ha liberati

Il Papa ricorda poi il brano dell’evangelista Luca nel quale Gesù dice ad alcuni uomini che chi sceglie di lavorare con Lui “nel campo di Dio non può più tirarsi indietro”. Ad un altro Cristo dice: “Seguimi”, chiedendogli un taglio netto dei legami familiari. Queste esigenze – osserva il Santo Padre – possono apparire molto dure, ma in realtà “esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella persona stessa di Gesù Cristo”.

“Si tratta di quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce ‘camminare secondo lo Spirito’ (cfr Gal 5,16). ‘Cristo ci ha liberati per la libertà!’ – scrive l’Apostolo – e spiega che questa nuova forma di libertà acquistataci da Cristo consiste nell’essere ‘a servizio gli uni degli altri’ (Gal 5,1.13). Libertà e amore coincidono! Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti”.

Contemplare il “mistero del Cuore divino

Il Pontefice esorta quindi tutti a contemplare il “mistero del Cuore divino – umano del Signore Gesù, per attingere alla fonte stessa dell’Amore di Dio”:

“Chi fissa lo sguardo su quel Cuore trafitto e sempre aperto per amore nostro, sente la verità di questa invocazione: ‘Sei tu, Signore, l’unico mio bene’ (Salmo resp.), ed è pronto a lasciare tutto per seguire il Signore. O Maria, che hai corrisposto senza riserve alla divina chiamata, prega per noi!”.

Beato Estephan Nehmé

Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato che stamani in Libano è stato proclamato Beato Estephan Nehmé, religioso dell’Ordine Libanese Maronita. Il Santo Padre si è rallegrato di cuore con i fratelli e le sorelle libanesi affidandoli con grande affetto alla protezione del nuovo Beato. Benedetto XVI ha anche ricordato che in questa domenica, che precede la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, ricorre in Italia e in altri Paesi la Giornata della Carità del Papa. Il Santo Padre ha espresso “viva gratitudine a quanti, con la preghiera e le offerte, sostengono l’azione apostolica del Successore di Pietro a favore della Chiesa universale”.

Saluti

Salutando infine i pellegrini polacchi, il Papa ha espresso il proprio augurio per il periodo delle vacanze:

“Dla wielu będzie to czas odpoczynku.
Per tanti esso sarà tempo di riposo. Auguro che gli incontri con la natura, con nuove persone, con i frutti della creatività umana siano un’occasione non solo di recupero delle forze fisiche e dello sviluppo intellettuale, ma anche di un più intensivo contatto con Dio e di rafforzamento nella fede”.

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