© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha bocciato la Risoluzione che chiede la fine dell’occupazione israeliana entro il 2017. I voti a favore sono stati otto, uno in meno del minimo necessario per far adottare il testo. In caso di vittoria del “sì”, gli Stati Uniti avrebbero esercitato il loro diritto di veto. Israele ha espresso soddisfazione per l’esito del voto. Ma si tratta realmente di una sconfitta per l’Autorità nazionale palestinese? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a Maria Grazia Enardu, docente di Storia relazioni internazionali all’Università di Firenze:

 

R. – E’ una sconfitta sulla carta, può essere uno strumento molto interessante nel medio e lungo periodo. E’ vero che la Risoluzione non è passata, ma in questo non passaggio ci sono delle sfaccettature che vanno considerate: gli americani, all’ultimo momento, hanno convinto la Nigeria ad astenersi e quindi mancavano i voti necessari per la Risoluzione. Però, il rappresentante statunitense alle Nazioni Unite ha detto che l’unica soluzione, che gli americani vedono alla questione israelo-palestinese, prevede due Stati sui confini del 1967, salvo negoziato territoriale. Quindi, gli americani hanno bocciato, ma hanno detto che questa politica di occupazione non può durare indefinitamente.

Muro tra Israele e Territori palestinesi
La posizione israeliana

D. – Quale sarà la reazione di Israele a questa presa di posizione da parte degli Stati Uniti? Per Netanyahu, il fatto che sia stata bocciata la Risoluzione sembra un importante successo in vista anche del suo futuro politico. Eppure…

R. – Eppure, la Risoluzione è un successo nel brevissimo periodo e Netanyahu non potrà mai ammettere né davanti alla propria opinione pubblica, né a quella internazionale, che il disegno americano può avere un ampio raggio. E dovrà però ammettere che – sempre guardandola risoluzione – l’Europa lo ha lasciato o perché hanno votato a favore della risoluzione palestinese o perché si sono astenuti in modo strategico. Ci sono due fronti: quello americano di lungo periodo, che vuole due Stati, e quello europeo che può prendere iniziative ancora più immediate e cogenti.

L’Anp e la Corte Penale Internazionale

D. – A proposito di strategie, l’Autorità nazionale Palestinese ha annunciato che chiederà di poter aderire alla Corte Penale Internazionale. Anche questa è una mossa importante…

R. – E’ una mossa importante. L’Autorità Palestinese lo sapeva che la risoluzione non sarebbe passata, però tutto fa parte del gioco, pedina dopo pedina. Li hanno bocciati. Hanno perso. Quindi, si rifanno con un’altra pedina.

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