‘Ndrangheta, mons. Nunnari: Mafiosi convertitevi!
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La ‘ndrangheta è una struttura di peccato che stritola il debole e l’indifeso, calpesta la dignità della persona, intossica il corpo sociale”. A scriverlo sono i vescovi calabresi in una nota pastorale, intitolata “Testimoniare il Vangelo”, pubblicata oggi (ieri – ndr). “Chi fa parte della ‘ndrangheta – si legge nel documento – non solo tradisce il Vangelo, ma è come se vivesse calpestandolo ogni giorno”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La Chiesa “esperta in umanità” – si legge nella nota – vuole “porsi come Madre”, sostenendo il bene e denunciando il male, di fronte ai Doni di Dio nella meravigliosa terra di Calabria e a laceranti ferite, come la corruzione, la disoccupazione e la ‘ndrangheta, ormai “una tragedia da tanti decenni”. Il fenomeno aberrante della ‘ndrangheta – si sottolinea nel documento – è in tutta evidenza opera del Maligno: è “l’antistato, con forme di dipendenza”, e “l’antireligione, con simbolismi utilizzati per guadagnare consenso”. Chi fa parte della mafia è fuori dalla comunione ecclesiale.
La Chiesa e le istituzioni dello Stato
Nel documento viene inoltre posto in luce “il rapporto di collaborazione tra Chiesa e istituzioni civili” per combattere il male. Si sottolinea che la Chiesa è Madre e desidera la salvezza di ogni uomo, “anche del peccatore più incallito”. Nella nota si affronta anche il tema del “cammino verso la conversione”. Non bastano le parole: la conversione, anche se comincia nell’interiorità, deve diventare “visibile”. Un percorso “irto di fatiche ma non impossibile”. L’auspicio, espresso dai vescovi, è che inizi davvero “una stagione nuova” con i semi dell’onestà e dell’amore fraterno.
Creazione di un Direttorio
Nel documento si annuncia, infine, la creazione di un Direttorio nel quale quanto sancito nel documento diventerà “legge all’interno della comunità ecclesiale, con risvolti concreti e norme che guideranno la vita di tutti i giorni”.
Su questa nota si sofferma l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, presidente della Conferenza episcopale calabra:
R. – La ‘ndrangheta è negazione del Vangelo, la ‘ndrangheta non ha nulla di cristiano. E’ una struttura di peccato. Si pone come una vera e propria forma di religiosità capovolta, di sacralità atea, di negazione dell’unico vero Dio.
La Chiesa cerca la salvezza di ogni uomo
D. – La Chiesa desidera però la salvezza di ogni uomo, anche del peccatore più incallito…
R. – Gridiamo al mafioso quello che San Giovanni Paolo II ebbe a dire ad Agrigento: “Convertitevi, altrimenti perirete tutti”. La Chiesa è madre ed è sempre pronta ad accogliere. Convertitevi – è il nostro invito – nel nome di Gesù: Egli ha fiducia nell’uomo. Comprendete così il valore del dolore, del pentimento, della conversione, del ritorno al Padre. Anche l’uomo che ha sbagliato tutto nella vita può riprendere il suo cammino di conversione, di riconciliazione con la Chiesa e con l’uomo.
Una barriera morale
D. – Nel documento si annuncia anche la creazione di un Direttorio. Di cosa si tratta?
R. – Questo è molto importante. Noi vescovi vogliamo mettere in mano alle nostre chiese uno stile di comportamento per quello che riguarda il mafioso, per dare un aiuto ai nostri preti. Al mafioso che si presenta, il prete può dire con chiarezza: “I vescovi mi dicono questo: convertitevi, e poi venite a chiedere i sacramenti”. Abbiamo dovuto soffrire molto il discorso delle processioni, perché i mafiosi in pratica, in maniera subdola, si inseriscono in questi momenti della religiosità popolare per avere quasi un riconoscimento da parte della Chiesa. E questo ha creato – e può creare ancora – una falsa immagine dell’uomo mafioso, che è anche cattolico, secondo loro. Poi, c’è il discorso dei Sacramenti e anche il discorso dei funerali. Papa Francesco disse a Sibari: “Voi siete scomunicati”. Non è una scomunica in senso canonico, ma in senso morale.
La ‘ndrangheta è capovolgimento del Vangelo
Il vostro non può essere Vangelo, anzi: è il capovolgimento del Vangelo. Poi, c’è anche il discorso dei padrini e questo è il discorso più delicato. Tante volte il mafioso si presenta e vuole essere ammesso a fare da padrino: come fa un uomo che è contro il Vangelo ad essere garante di fede per il figlioccio? Quel Vangelo che loro tradiscono lo troviamo spesso nei bunker, la Bibbia, addirittura, le immaginette dei Santi… Allora creeremo questo Direttorio è per dare la possibilità ai nostri sacerdoti di essere chiari con quanti vogliono servirsi della religione. Il Direttorio, incominceremo a discuterlo dal prossimo 19 gennaio nella Conferenza episcopale calabra; speriamo di prepararlo per la prossima Pasqua, per avere anche nella Chiesa idee chiare perché qualche volta, dobbiamo ammetterlo, degli errori – pochi – ci sono stati. Ma ci sono stati momenti con responsabili di connivenze e, soprattutto, quel maledetto vizio che è l’omertà.